La mostra è dedicata alla celebre e antica tradizione delle statue in terracotta del Mali. Gli oggetti artistici rappresentativi sono stati reperiti in loco da Michele Stigliano in diverse missioni di ricerca e di studio tra il 2004 e il 2006, sulla base dell’esperienza africana più che trentennale del padre (dal 1969).
Le statue rappresentano diversi personaggi delle società tradizionali del Mali, storicamente relative all’area del delta interno del Niger e spesso comunemente conosciute, un po’ impropriamente, come terrecotte di Djenné.
Cavalieri e cavalli maestosi, figure di capi e condottieri, fieri guerrieri e abili cacciatori, saggi guaritori e pensatori, uomini mendicanti o in preghiera, viaggiatori su dromedari, messaggeri, donne comuni e dai poteri occulti, coppie meravigliose dalle espressioni sublimi e urne dalle decorazioni con figure umane: tutti questi personaggi, rappresentati con straordinario dinamismo e potenza espressiva, compongono un ricchissimo mosaico di “racconti senza parole” che narrano, in un trionfo estetico e attraverso un intenso simbolismo, la vita e la sensibilità di questi popoli.
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