V.LE GRAN SASSO, 35
MILANO
La ricerca del trentunenne veronese MARCELLO DE ANGELIS lascia un’impronta decisa nella giovane pittura contemporanea. La coincidenza di originalità tecnica ed invenzione immaginativa, sono sempre stati contrassegni di genialità negli artisti in ogni epoca. E il titolo della mostra Injection painting descrive la tecnica personalissima di De Angelis, che sostituisce al pennello una siringa, con la quale spreme il colore sulla tela. Il nostro immaginario artistico è oramai abituato a quasi ogni forma di matericità del colore, ma nella pittura di De Angelis lo spessore dei pigmenti, spesso metallici, è talmente misurato dalla particolare tecnica, da permettere all’artista di usarlo con una precisione da disegnatore. E, infatti, i tracciati che emergono sulle tele hanno i minuziosi rilievi dell’originalità astratta di un’impronta digitale, di un’arabescatura di ghiaccio o delle architetture a raggiera dei gusci di conchiglie raccolti sulla spiaggia. Tuttavia, l’originalità dell’arte di De Angelis consiste nel non fermarsi ai micro-rilievi singoli, che già da soli potrebbero rappresentare un’ipotesi contemporanea di risposta a tanta grammatica del segno-solco, ancora oggi così vitale, De Angelis affastella i suoi rilievi, e, con un lavoro per striature modulari, crea forme potentemente plastiche, nelle quali prevalgono curve e spigoli che ricordano il nitore di un Cosmè Tura. Con una grande abilità virtuosistica, poi, il giovane artista lavora sui riverberi della luce, su brillamenti inaspettati, che spazializzano questa nuova pagina straordinaria di astrazione contemporanea.
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