L’ambito dell’arte contemporanea è stato uno spaccato significativo di quella fecondità culturale che, specialmente a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, ha fatto della Lombardia e di Milano un crogiolo creativo tra i più significativi in Europa.
Un vero e proprio “luogo dell’arte”, caratterizzato da un’espressività artistica, certamente variegata, ma accomunata dall’attenzione artigianale, tipica della tradizione lombarda, ai materiali e alle tecniche, vissuti sempre come strumento elevato di comunicazione.
Questa vocazione, che era anche capacità di esprimere nuove tendenze e di promuovere giovani artisti sembra essersi negli ultimi tempi appannata, in assenza tra l’altro di quei supporti istituzionali indispensabili per “fare sistema”.
Una recente indagine conoscitiva ha censito 36 realtà museali di arte contemporanea, 33 già aperte al pubblico e 3 oggetto di interventi in fase realizzativi per l’apertura al pubblico e nuovi e importanti centri museali saranno realizzati in Milano al 2015, data prevista per l'Expo.
Non dimentichiamo che dal dopoguerra ad oggi, Milano ha visto nascere e crescere una infinità di artisti pittori, scultori e grafici importanti che sarebbe doveroso recuperare e far conoscere a un pubblico più vasto perché si tratta di artisti che sono diventati significativi in ambito nazionale ed anche europeo, ma che l’attuale sistema dell’arte ha fatto cadere nel dimenticatoio.
Si pensi solo – sarebbero davvero tanti – agli scultori Mario Negri, Umberto Milani, e i pittori - grafici Gastone Novelli, Gianni Dova, Gianfranco Ferroni, Luca Crippa, Ennio Morlotti, Bruno Munari, Bruno Cassinari e tantissimi altri che è impossibile qui elencare.
Rispetto alle altre città italiane Milano ha il maggior numero di gallerie d’arte contemporanea, le fondazioni più interessanti, un numero importante di associazioni culturali per la promozione dell’arte, accademie, diverse importanti case d’aste, scuole pubbliche e private di prestigio, raffinati stampatori di arte grafica, il collezionismo più attento, una comunità artistica giovane proveniente da ogni nazione, un’editoria specializzata di fama.
Milano vanta la presenza dei più noti architetti, fotografi, designers, ed è anche considerata la capitale della moda. Numerose sono le Università e gli Enti di formazione.
Tutto questo non basta a rendere dinamico e vitale il settore specifico ed è da queste premesse che all’interno di associazioni non profit come il Club Alpino Italiano si è scelto di valorizzare il tema della montagna proponendo il tema all'interno dei percorsi artistici e grafici delle mostre che si tengono annualmente nel mondo.
E’ appurato che la promozione e il ripristino con cadenza biennale o triennale di eventi legati all’arte contemporanea, incentrati sulle tendenze in atto e sui nuovi linguaggi dell’arte contemporanea, potrebbero contribuire enormemente a incrementare il turismo di cultura e restituire alla città di Milano un ruolo europeo.
È un’opzione strategica la valorizzazione di questo humus, confermato da una scelta spontanea avvenuta in anni recenti, che ha spinto molti giovani artisti provenienti da vari paesi europei e da altri continenti a scegliere Milano e il suo hinterland come luogo ideale di formazione e di sperimentazione di percorsi di ricerca, individuandolo forse come ideale cerniera tra la concretezza del mondo nordico e la creatività del mediterraneo.
Nello specifico, il Club Alpino Italiano, sezione di Milano e il Gruppo Italiano Scrittori di Montagna hanno ritenuto necessario dare un segnale in tal senso.
Un po’ ovunque nel mondo esistono da anni premi, biennali o triennali, che hanno lo scopo di valorizzare il mondo della grafica d’arte, creando scambi culturali tra i popoli. Ora non più, ma anche a Milano in passato sono esistiti premi e rassegne del genere.
Arte e Montagna risulta essere tematica di grande attualità, con cui il Club Alpino Italiano, sezione di Milano, ha elaborato un concorso aperto agli artisti grafici di tutto il mondo senza alcuna limitazione di età, residenza o quant’altro, nè discriminazioni e con la partecipazione gratuita e più ampia possibile, al fine di far conoscere a tutti il mondo la montagna in tutti i suoi aspetti.
Il tema scelto riguarda le montagne, il loro ambiente naturale ed umano, l’alpinismo e gli sport della montagna, attraverso una libera interpretazione dell’argomento.
Come prima edizione del Premio Arte Montagna 2008, hanno aderito 315 artisti provenienti da 53 Nazioni inviando opere di ex libris e di grafica.
La Giuria formata da esperti ha deciso di ammettere alla mostra tutte le opere giunte con data 30 settembre 2008, anche quelle in copia unica o difformi dalle tecniche previste dal bando.
Il catalogo non sarà realizzato in quanto non si sono avute sponsorizzazioni economiche, ma soltanto patrocini, e pertanto, in alternativa verrà prodotta una brochure che successivamente, a mostra terminata, sarà spedita a tutti i partecipanti.
La Giuria, con esiti al 30 gennaio 2009, intende selezionare e valorizzare anche le opere che sono state riconosciute “eccellenti e segnalabili”, meritevoli per la tecnica particolare, per l’alto livello di professionalità di esecuzione e perizia grafica, per l’innovazione, l’invenzione compositiva e la originale creatività espressa.
Oltre l’orizzonte: i segni
La scommessa iconografica degli artisti partecipanti è determinata continuamente da un orizzonte, e il segno diventa l’anima personalissima di ognuno per concretarla.
Arte e la Montagna è il tema che raccoglie in sé importanti enucleazioni, ben 315, eguali al numero degli artisti che, da 53 nazioni, hanno risposto alla provocazione dettata dal difficile e felice argomento della montagna e dei suoi luoghi che parlano di bellezza.
L’interpretazione di questo orizzonte è in realtà una tensione al superamento di sé, non solo nel tecnicismo dello stile grafico, ma soprattutto nella sapienza comunicativa proposta, tanto semplice quanto ardua da scalare, però mai selvaggia o insidiosa.
Il segno diviene nel contempo fonte di una lettura e proposta dello stesso idillio, e gli artisti presenti a questa sfida hanno riccamente contribuito con un’individuale ipotesi di verticalità, per fissare le testimonianze del loro sentire, e per sviluppare, oltre confine, i loro orizzonti: oggi – fortunatamente - anche nostri.
L’estensione dell’evento, del segno limitato sulla carta, non è momento di smarrimento nel rivelare nuovi spazi, fecondità d’ispirazione o contributi culturali; è risposta immediata e, per certi versi, burrascosa, della medesima traccia d’indagine relativa al riferimento visivo (complice una strenua e audace sensazione formale).
La montagna, nelle sue molteplici letture e derivazioni, è stata qui rappresentata con elaborazioni originalissime, che hanno senza dubbio contribuito a mutarne la morfologia, la percezione e gli archetipi orografici singolari con logica coerenza tematica.
La personale visione di un topos comune consolidato, grazie a questa prima esposizione internazionale milanese, si è trasformata mirabilmente in una amplissima proposta di orizzonti diversi e nuovi, con produzioni astratte, sensitive e metalinguistiche, assolutamente originali e affascinanti, per infinite suggestioni: le stesse che fanno emergere da parte di ciascun artista - a scena aperta e con lo sguardo all’infinito - incantesimi di colore, sintagmi ispirativi, impulsi onirici insospettabili.
I costrutti, confluiti nelle loro diverse formule, sono tributo notevole, oltre che al tema, certamente non banale ma sicuramente reiterato, anche a quella faticosa missione che è la conoscenza non uniforme, quella cultura, specie quella che sta oltre il confine che è in realtà spazio tutto mentale e inedito di ogni passione creativa.
La libera versione su espansioni di carta, che sono state regolamentate dal limite del foglio A4, è in ogni caso garanzia per nuovi modelli erratici e di biologie cromatiche provenienti anche da mondi lontani, i quali rifiutano i bruschi out e nonsense della visione elettiva e danno speranza, nella crisi, a riflessioni, fatte di persone in realtà vicinissime al senso comune, in ogni ambito geografico.
Il gesto comunicativo quindi, nel pragmatismo individuale del linguaggio, attraversa l’orizzonte – e la montagna è scelta impegnativa – fino a prospettare la presenza di intensi simboli, 315, come gli autonomi sfidanti, donatori e domatori di questa avvincente gara, senza derive, e su ulteriore lucidità della loro fantasia, a carezza morbida e fragrante che, in ogni caso, non si perde nell’aria, risultando tutt’altro che anonima e greve.
Milano, CAI (Club Alpino Italiano) - MAPP (Museo d’Arte Paolo Pini
3 dicembre 2008 – 30 gennaio 2009
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