Antonio Furlan. Il luogo delle trame
Mostre, Seregno, 26 November 2005
Ritmi lineari ossessivamente scanditi e flessuosamente riproposti in ellissi, percezioni ovali, cerchi sezionati e nuclei rossi, presuppongono nel linguaggio di Antonio Furlan, l'assimilazione di pensieri ed espressioni concepite tra gli artisti che aderiscono al M.A.C., il Movimento Arte Concreta, inaugurato a Milano tra gli anni 1948-1958, punto d'incontro, aperto e non omogeneo, di reazionari al realismo e al post-cubismo vigenti in quel tempo.Modelli e geometrie di Kandinsky, Mondrian e Klee, ricerca di forme pure e primordiali e non astrazione di oggetti già noti, divengono archetipo lontano che, nella rielaborazione teorica di Max Bill del 1936, si fanno arte "concreta": forme, linee e colori che sono personale e razionale rielaborazione dall'artista, non processo di astrazione dell'immagine derivante dalla natura.L'antologica sui concretisti del 1951, organizzata dal futurista Giacomo Balla a Milano, è indubbiamente momento cardine della diffusione italiana dell'arte concreta, che a Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli e Catania, e all'estero, grazie al Groupe Espace della Galleria Denise René di Parigi coordinato da Andrè Bloc, si sperimenta e propone con successo.I labirinti di tessuti lineari dell'opera di Furlan infatti si intrecciano, tra 1950 e 1954, con il filone artistico del gruppo di Firenze: i concretisti Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini e Gualtiero Nativi, che espone alla Mostra della Libreria Salto a Milano nel febbraio 1949, con le intersezioni di ellissi di Nino Di Salvatore (Spazio Concreto, 1950) e gli andamenti triangolari del 1951-52 di Ferdinando Chevrier, con le composizioni del 1952-53 di Atanasio Soldati e i non cromatismi delle composizioni dinamiche di Renato Barisani (1951), con i geometrismi composti di Guido Tatafiore e le simultaneità degli elementi in lotta, dei drammi e dei ritmi spaziali di Mario Nigro del 1954 e insieme alle composizioni del 1955 di Michele Santocito.La coraggiosa proposta australiana e sudafricana, e la successiva attività torinese, alimentano in Antonio Furlan un'incessante ed instancabile personalissima ricerca, costituita da un intensificarsi di quelle esperienze geometriche, qui esposte nelle opere degli anni '80, sintomo di un'intima e solitaria dialettica che arriva, con andamento costante e caparbio, fino ai primi anni '90, come sistema di impegno assiduo e coerente.

Nato a Cappella Maggiore, in provincia di Treviso, nel 1910, ha frequentato la scuola di Arti e Mestieri della vicina Conegliano Veneto.Nel 1929 si trasferisce a Torino, dove inizia ad approfondire i temi pittorici impressionisti. Nel 1932 va a Trieste, città in cui si dedica intensamente ad una produzione che coronerà con la sua prima esposizione, nel 1934.Tra 1947 e 1954, l'appassionata ricerca del proprio io, tempestoso e irruente, tra i colori della natura, prende forma e si trasforma, compiendosi artisticamente, in uno slancio deciso verso cromie armoniche e naturalmente pure, che, intrise di luce, divengono premessa matura per la sua produzione ulteriore.Le mostre triestine alla Galleria d'Arte Scorpione, nel 1950, alla Galleria Rossoni, nel 1953, e alla Galleria IERCO, nel 1954, testimoniano degnamente il consolidarsi del cammino artistico di Antonio Furlan.Nel 1954 si reca in Australia, dove, tra le difficoltà della proposta culturale, espone in diverse mostre collettive a Sidney, Camberra e Adelaide, alla Princes Art Gallery di Melbourne, nel 1957, alla Richman Art Galleries, nel 1959, e con una personale al Museum of Modern Art di Melbourne, nel 1963, iniziativa che gli tributerà successo di critica e pubblico, nonché elogi e riconoscimenti ufficiali.Le esposizioni proseguono in Sudafrica, a Città del Capo, Durban e Johannesburg. Dopo il ritorno in Italia nel 1963, dove espone a Milano alla Galleria Pater, e le brevi parentesi della Tolarno Galleries di Melbourne nel 1968 e della International Art Gallery di Sideny del 1971, risiede e lavora stabilmente a Torino, proponendosi in diverse mostre personali: a Como, alla Galleria d'Arte Il Salotto, nel 1972, alla Galleria d'Arte Moderna Saffo di Torino, nel 1974, alla Galleria Il Mercante di Milano nel 1983. Muore a Torino il 12 maggio 2001.

Seregno (Monza and Brianza), Galleria Civica "Ezio Mariani"
26 novembre - 18 dicembre 2005

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