La mostra curata da Massimo Bignardi con la collaborazione di Marcella Ferro e Pasquale Ruocco, affiancati nel lavoro di ricerca dalle associazioni culturali “Contemporanea progetti” e “Yoruba. Diffusione arte contemporanea”, propone una selezione di opere realizzate da giovani artisti attivi in diverse aree della Campania, con l’intenzione di tracciare una prima una delle tante possibili geografie dell’arte dei nostri giorni. È uno “sguardo” che, dalla pittura – accogliendo le pratiche digitali –, va alla scultura, ai light-box, alle installazioni, alla fotografia, ai video, toccando temi della nostra quotidianità, della realtà che pervade le nostre città come un gigantesco gioco di specchi, oppure registrando sollecitazioni dagli immaginifici territori della fantasia. Si tratta di sperimentazioni su supporti diversi, messe a punto da Antonio Ambrosino, Michele Attianese, Paolo Bini, Celesta Bufano, Francesco Carillo, Mary Cinque, Valentina Cipullo, Federica D’Ambrosio, Emmanuele De Ruvo, Manuel Di Chiara, Adelaide Di Nunzio, Luciano Gallo, Corrado La Mattina, Loris Lombardo, Angelo Maisto, Giovanni Marotta, Giorgio Milano, Pasquale Napolitano, Nunzia Passaro, Anna Maria Saviano, Pierfrancesco Solimene, Paula Sunday: sono opere che si propongono quale tentativo di riflessione sul difficile rapporto che oggi, alla luce della crisi economica e culturale che stiamo vivendo, sembrano avere arte e società
“A queste espressioni della contemporaneità – scrive l’assessore Ermanno Guerra nella piccola guida che accompagna la mostra – , voci, segni, colori di sguardi giovani, alcuni affacciatisi per la prima volta sulla scena espositiva, guarda questa mostra il cui progetto, al suo nascere, mi ha entusiasmato dando vita a quella che è stata la piccola rassegna dedicata alle arti “Solstizio d’estate 2012”. Una rassegna che saluta l’arrivo dell’estate, dunque la stagione per antonomasia della gioventù: una stagione che porta la vitalità di artisti, attivi in area campana, a confrontarsi, a porre una a fianco all’altra le opere e proporle ad un pubblico che, certamente, saprà leggere in esse i segnali vivi del futuro”.
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