Un attimo di vita che diventa eterno in un contesto immutato ed immutabile, in cui la negazione, l'assenza o la trasposizione diventano elementi fondamentali per comprendere la contrapposizione fra amore e morte come traccia più potente della nostra vita. Il dramma privato dell'uomo viene vissuto in uno spazio aperto, dentro la natura, che tutto trasforma e consuma, senza distinzione. L'esistenza è un permanere e un divenire continuo, in cui niente si frange ed è perduto, se non per noi.
Un'opera poetica che riflette sulla caducità delle cose e sull'effimero, per esorcizzare la vita.
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Una stanza da letto vuota che blocca un istante eterno. La vita, la morte, l’esistenza intera che passa, rimane e si stratifica, si sofferma sulle lenzuola sgualcite, i vestiti in disordine e lascia solo il silenzio. I cuscini sparsi fra le lenzuola sono duri come il marmo, tutto è rigido come pietra, una pietra bianca ricoperta di polvere.
Può essere un prologo o forse l’intero atto di una storia che è storia di solitudine, di amore, di angoscia, di morte, di sogni o di incubi, di ricordi evanescenti di ciò che è stato e non sarà mai più.
Ignazio Fresu ci mostra il tempo della vita e ci fa soffermare su quegli istanti ormai passati e che non possono essere cancellati. Costruisce un infinito fluire di ricordi e pensieri attraverso una sola immagine, che unisce il particolare e l’universale e diventa perciò simbolo dell’esistenza umana.
Non c’è scelta, tutti facciamo parte di questa Polvere.
A.F.
(In occasione di Paratissima 2013 e di Vernice Reggio Emilia 2013, è stata allestita l'installazione Polvere di Ignazio Fresu)
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