Ricordi per moderni (ir)regolari, ovvero La superficie illuminata delle cose. (ABACO 16-17/Come a voi piace)
Testi critici, Germania, Berlin, 01 January 2014
Ricordi per moderni (ir)regolari, ovvero La superficie illuminata delle cose.

Quando scorgi una superficie illuminata, tutto il resto appare in ombra.
Ti accorgi quanto tutto sia stato solo rischiarato da una luce forse riflessa, forse solo immaginata e in un attimo la ri-velazione della verità, la brutalità e durezza con cui si mostra, ti fa comprendere la relatività di tutto ciò per cui ti agiti, vivi e in certi casi muori ogni giorno. Prima di capire che cosa desiderare, devi conoscere, e ad ogni nuova scoperta tutto spesso si rimescola e si ripropone con significati e valenze del tutto nuove.

C’è un mondo dell’arte che viene definito ‘irregolare’, non conforme alle regole estetiche convenzionali, come se le regole potessero caratterizzare come ordinata e riconoscibile una delle realtà più caotiche, multiformi e, appunto, irregolari, che ci siano. E’ un universo dove valgono alcuni principi e le parole riacquistano il significato che spesso, nella vita di noi, moderni regolari, perdono: apertura e rinnovamento, sviluppo del potenziale creativo, dialogo, ascolto e arte. Un luogo dove chiunque può uscire ed entrare, il parco di Arte Contemporanea PAC180 nel giardino storico del Centro Franco Basaglia di Livorno, un luogo che ha scardinato molte delle mie convinzioni sul fare arte e sulle modalità dei circuiti tradizionali, che definisco qui ‘regolari’ dell’arte. Se devo scegliere un’immagine di ciò che mi piace e una speranza per ciò che vorrei fosse realtà, forse è proprio quella che salverei dalla mia (nostra) sempre più labile memoria, occupata da amarezze e miserie.

Ogni anno dal 1996 in questo centro psichiatrico, si organizzano le SERATE ILLUMINATE, una manifestazione di due giorni che coinvolge sia gli utenti psichiatrici che musicisti, performers, poeti e artisti di livello internazionale. Una di quelle occasioni in cui puoi scorgere occhi che brillano di luce propria. Occhi (e mani, e menti…) che lavorano anche nell’Atelier Blu Cammello e nella casa editrice no profit Valigie rosse. Dal 1999 il Centro Basaglia è infatti sede dell’Atelier Blu Cammello, che nasce dal desiderio di dare la possibilità ad alcuni utenti del Dipartimento di Salute Mentale di Livorno, di partecipare ad attività finalizzate allo sviluppo del loro potenziale creativo, orientando la loro produzione artistica verso una più ampia visibilità per un riscontro anche critico, a garantire una costante apertura e rinnovamento dell’Atelier stesso e dei suoi utenti. Infatti, negli anni, si sono qui formate diverse personalità artistiche, le cui opere sono rientrate nel circuito nazionale ed europeo di arte, appunto, irregolare. Questa continua ricerca sinergetica è il nucleo dell’attività dell’Atelier che il curatore, Riccardo Bargellini, persegue con l’intento di mantenere un continuo scambio, perché il lavoro non si concluda al suo interno ma possa coinvolgere e farsi coinvolgere da altre realtà, soggetti ed esperienze come quanto accade con gli artisti invitati al PAC180.

Lì ho visto una superficie irregolare ma illuminata, che vorrei potesse dialogare ed arricchire, in qualche modo mutare, ciò che avviene nel mondo ‘regolare’, privo in realtà di regole e spesso anche di verità (e buongusto). Una connessione già c’è e credo che chi si sia trovato a vivere (a tutti i possibili livelli, come il mio, forse il più ‘superficiale’) questo universo, non possa che tornare a guardare il resto del mondo con occhi più brillanti, forse perché quella superficie in qualche modo contamina ciò che incontra. Una superficie così dà spunti inesauribili di ricerca, oltre la Ragione. Arte “grezza” (traducendo letteralmente un’altra definizione, quella di Jean Debuffet: Art Brut), spontanea, immediata, al di là dei canoni artistici tradizionali, delle regole del mercato, delle convenzioni accademiche, dei condizionamenti sociali …un’arte che proviene da stati mentali estremi, idee non convenzionali, dall'urgenza creativa, del dramma interiore.

Una superficie così è inesauribile.

Alessandra Frosini
(articolo per il nr.16-17 della rivista ABACO, fondazione Abaco Space, Kunow -Gumtow-, Germania)

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