Nulla perdura se non il mutamento - Ignazio Fresu ospite a VERNICE Art Fair
Testi critici, Forli, Forlì, 20 March 2015
Mai due volte quello che vediamo è la stessa cosa, perché il fiume del tempo e della luminosità che avvolge le cose è sempre un altro e un altro ancora. Ma c'è di più: anche chi osserva è sempre diverso di momento in momento, noi siamo sempre un interlocutore diverso. Guardiamo le cose con occhi diversi, influenzati dal vissuto e da momenti e suggestioni che non si sommano semplicemente fra loro, ma che s'influenzano vicendevolmente, mutando la nostra percezione e analisi delle cose, nel nostro continuo divenire di esseri umani.
Il concetto d'impermanenza è il focus dell'opera Nulla perdura se non il mutamento di Ignazio Fresu, che già nel titolo, che si riferisce ad uno dei Frammenti di Eraclito, palesa la riflessione sulla mutevolezza delle cose che cambiano e si trasformano e quasi mai secondo il nostro desiderio.
A questo concetto si connette anche la ricerca estetica di una bellezza da trovare nell'interiorità e nella mutevolezza e precarietà, lontano dalla perfezione dei canoni, dell'apparente perfezione e finitura dell'immagine.
Davanti ad una struttura instabile, composta da una massa ferrosa arrugginita di finti tubi innocenti e di giunti (realizzati in realtà con cartoni e polistirolo), intrecciati e sospesi con sottilissimi fili di nylon, avvertiamo un forte senso di straniamento e di precarietà immanente. Anche in questo installazione, come in altre di Ignazio Fresu, lo spazio che viene creato non è solo quello architettonico, ma anche un ambiente mentale che conduce lo spettatore a rifettere sulla natura complessa del reale, creando un gioco continuo di rimandi che da un piano intimo e privato rinvia ad uno pubblico e potenzialmente condiviso per poi tornare di nuovo a quello intimo.
Siamo di fronte all'arte che inventa una sua realtà per parlarci della nostra realtà e della caducità dell'uomo e del suo tempo; è un sentire connesso con uno sguardo inoltrato nella materia, nella sua fisica identità, ma che denota anche il desiderio di recupero redentivo della materia stessa, per riflettere, attraverso la mimesi del reale, in dialogo con una bellezza interiore e fuggevole, impermanente come la realtà.

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