Esposizione personale di Alessio Bolognesi
presso SPAZIO BEVACQUA PANIGAI, Vicolo S.Pancrazio 3, TV. Inaugurerà nella giornata di Sabato 21 Aprile 2012 a partire dalle ore 19:00.
La mostra sarà poi visitabile fino a Sabato 19 Maggio negli orari di apertura della galleria: mar-ven 15:00-19:00 e sab 10:00-13:00 / 14:00-18:00
L’ironico personaggio nato dalla fantasia di Alessio Bolognesi si accinge a fare
giustizia dei beniamini televisivi giapponesi, tanto amati e seguiti dalle generazioni degli
anni ’80: da Hello Kitty a Pollon, da Spank a Chobin ritroviamo innumerevoli citazioni
ironiche e audaci. Sfiggy li perseguita, li uccide, li deride, si compiace di ciò.
Provocatorio e irriverente, diverte lo spettatore colpito dal sadismo del bianco
personaggio segnato dalle cicatrici.
Ma chi è veramente Sfiggy ?
Potremmo inserirlo all’interno del vasto e collaudato mondo della Pop Art, dalle
linee semplici ed identificative, evocato da Bolognesi come specchio dell’individuo
fragile e sfortunato, dal quale appunto è nato il nome del personaggio. Sfiggy siamo tutti
noi.
Alcuni fumetti sono presenti in mostra ed illustrano la nascita e la continuativa
attività del personaggio, che ripercorre i suoi primi passi da sfortunata e passiva vittima
della crudeltà del fato per approdare ad una volontà sadica e cinica.
Ma perché uccidere proprio i cartoni animati ed Hello Kitty ?
Alessio Bolognesi ci ricorda l’infanzia o l’adolescenza accompagnata dai celebri
personaggi giapponesi, amati od odiati dai più che li hanno guardati e sognati e
appartenenti a un proprio percorso di vita indimenticabile.
In tal senso ci ricordiamo della ingenua Pollon e dei suoi guai o del tenero Spank
perdutamente innamorato della irraggiungibile Micia, arrivando all’uccisione di Hello
Kitty, l’icona della Sanrio.
Quest’ultima infatti è un soggetto molto discusso in quanto eccessivamente esposto al
mercato (oggetti, gadget di qualsivoglia forma ed utilizzo): è amata da una parte del
mondo femminile ma detestata da altri. Perciò la sua uccisione diviene una presa di
posizione ma non solo, un atto salvifico e rituale che verrà fissato su un grande telo di
lino dipinto con la tecnica amata da Bolognesi: bombolette spray. Un murales su lenzuolo
quindi a testimoniare la grande abilità, nonché l’affinità dell’artista al genere Street art:
uno sfogo sociale giovanile permeato nelle periferie urbane degli ultimi decenni.
Non meno importanti le statuette di piccole dimensioni fabbricate dallo stesso
autore in fimo, il materiale plastico malleabile che riprende le immagini in acrilico su tela
sopra citate.
E’ davvero una vasta gamma di produzione quella di Bolognesi, che diverte
dissacrando le icone degli anni ’80 alla Galleria Spazio Bevacqua e Panigai di Treviso.
Beatrice Giovannoni - Critica e Curatrice
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