Mostre, Roma, 22 May 2010
Sabato 22 maggio 2010 si inaugura alle ore 18.30 presso la Casa Internazionale delle Donne in Via della Lungara 19 a Roma, la mostra Medea Antigone ed altre cattive ragazze delle artiste Mariangela Bombardieri, Tania De Gregorio, Sabrina Faustini, Tina Loiodice, Miss May, Moma, Sara Pieri, Maria Servidone, Sandra Vandelli, Alessia Zolfo. La mostra è dedicata ad un’idea di donna forte e non sottomessa al potere maschile, sia esso famigliare che politico
Soqquadro
Presenta
Medea, Antigone ed altre cattive ragazze

Mostra collettiva di artiste donne

DURATA: dal 22 al 31 maggio 2010
INAUGURAZIONE: sabato 22 maggio ore 18.30
ORARI: dal lunedì al venerdì 9.00-19.00 sabato 9.00-13.00
LUOGO: Casa Internazionale delle Donne (Sala Atelier) Via della Lungara 19, Roma
CURATRICI: LINDA FILACCHIONE e MARINA ZATTA
INFO: tel. 06.68401721, cell. 333.7330045
@mail: lindaevents@libero.it - soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu

La Casa Internazionale delle Donne è un luogo storico del femminismo romano sito in via della Lungara nel noto quartiere Trastevere. La casa Internazionale delle Donne è posta in un magnifico ex convento rinascimentale ed è provvista di spazi per conferenze e riunioni, bar, ristorante, negozio equo solidale, foresteria e la sala Atelier progettata come sala espositiva.

In questo luogo Soqquadro espone la collettiva “Medea, Antigone ed altre cattive ragazze.” curata da Linda Filacchione e Marina Zatta.

Chi erano Medea ed Antigone? Entrambe figure della mitologia greca rappresentano, ciascuna con tratti diversi, due caratteri di grande personalità, due donne indomite, incapaci di sottomettersi al potere maschile e capacissime di ribellarsi con grande potenza.

Medea arriva ad uccidere i suoi figli per ribellarsi a Giasone che, dopo aver trascorso con lei una vita e generato due figli, per mere brame di potere politico decide di ripudiarla per aprirsi un varco verso un matrimonio regale. A questo Medea si ribella, strappando da sé, in una scelta estrema e tragica, perfino la carne del suo sangue, uccidendo i figli, suoi ma anche di Giasone, in una visione rabbiosa, furiosa ed esplosiva fino alla tragedia, ma al contempo indomita e orgogliosamente ribelle nel suo rapporto con l’uomo e con la prole. Medea è la rappresentazione di una furia vendicatrice, una donna il cui orgoglio supera l’amore per i suoi figli e la sofferenza che patirà perdendoli, colei che preferisce vedere i suoi nemici morti piuttosto che i suoi figli vivi, padrona della sua vita al punto di annientarla non solo come passato e presente, ma perfino come futuro nella distruzione della sua progenie; una donna/lupo che si strappa a morsi una zampa imprigionata in una tagliola pur di non sacrificare la sua selvaggia libertà.

Antigone invece non si ribella per motivi di orgoglio, la sua disubbidienza è verso il potere maschile ed al contempo politico, verso un Re despota che nega la sepoltura alle spoglie di suo fratello, un’ingiustizia che Antigone vive non solo come sofferenza sul piano personale, ma in una più vasta visione etica del mondo nella quale il culto dei morti è sacro e và rispettato. Antigone si ribella ad un potere politico che non riconosce equo ed etico, sceglie, pur sapendo di sacrificare la sua vita, di tener fede ai propri principi disobbedendo ad una legge che non riconosce come legge morale e giusta, ma nella quale vede solo l’arroganza di un uomo che approfitta del suo potere terreno per scrivere leggi e norme in contrasto con i sentimenti superiori, universali e profondi dell’animo umano. Antigone incarna da secoli la ribellione ad un potere autoritario gestito con logiche personali che si sostituisce alla gestione della cosa pubblica.

Queste due donne rappresentano due figure pronte a tutto pur di non accettare quella che ritengono sia un’ingiustizia e non chinare il capo davanti ad un arrogante potere maschile. Di figure simili la storia ne ha viste molte e le loro vite sono spesso state tragiche; derise, maltrattate, torturate, uccise, il potere maschile ha fatto tutto ciò che poteva per infliggere ai loro corpi una punizione dovuta al possedere un’anima ribelle ed indomita. A queste figure femminili, né sante né puttane, Soqquadro dedica questa mostra, in un momento storico in cui le battaglie femministe sembrano cosa passata ed al contempo si rinnova una visione della donna centrata sulla sua “femminile grazia” o “procace sensualità” che in nulla rispetta la vera e potente essenza dell’anima delle donne, capaci di costruire con lacrime, sudore e sangue grandi pagine di Storia. Soqquadro dedica questa mostra a tutte le “cattive ragazze” che non si piegano ad una visione del femminile legata ubbidienza verso il potere maschile, ma oppongono a questa arroganza un’idea del Sé che chiede, ed ottiene, Rispetto.

Mariangela Bombardieri in quest’esposizione mette in mostra 3 opere che hanno come segno comune l’ironia: L’invidia, Il Peccato originale e Fantasia erotica. Opere che nascono sotto il segno del colore, dominante nel lavoro dell’artista, e del sorridere di se stesse e della vita.

Per Tania De Gregorio Il quadro prende forma al di là e prima di ogni gesto pittorico intenzionale. Linee e colori si fondono, prendono corpo in un gioco che porta in posti sognati, diventano specchio di emozioni, stati d'animo, pensieri. La forma finale non è un pensiero dato ma lo spunto per chi guarda, l'inizio di un percorso, una storia, un viaggio; la tela diventa realtà parallela, i colori e le linee sono la controparte artistica di stati d'animo, emozioni che, sfuggendo al controllo razionale, danno vita a luoghi e immagini sospesi tra realtà e sogno. Nel silenzio del fare pittorico le emozioni diventano gesto che emerge sulla tela.

Sabrina Faustini presenta due opere, Onda nomala e Tsunami; l'immagine dell'onda che bagna ogni dove, con forza ed energia, senza argini che la contengano, riporta alla mente la forza e l'energia che ogni donna ha dentro di sé e che potrebbe realizzare molte cose nel mondo se solo non ci fossero gli "ARGINI" del mondo maschile che la contengono o la ostacolano, nell'affermare le proprie capacità.

Nell'opera di Tina Loiodice “Quote rosa”, la donna conquista il potere nel modo peggiore: conquista poltrone, imitando i peggiori esempi maschili: a qualsiasi prezzo, usando atteggiamenti e sposando ideologie a volte discutibili. Il fondo rosso indica la passione che dovrebbe animare il politico, l'abito è blu istituzionale ed il potere è simboleggiato dalla poltrona. ”Il diavolo e l'acqua santa” rappresenta invece due immagini, due personalità , due forze espressive che indicano la complessità ed i contrasti insiti in ogni animo femminile.

Nell'opera "Mother-Regina", Miss May esprime, nel volto crudele di donna, tutta l'audacia di una madre che per proteggere i suoi piccoli e renderli capaci di sopravvivere in questo mondo, si rende odiosa. Una madre che non si piega di fronte agli ostacoli del mondo patriarcale ma va avanti con fermezza e devozione nel proprio scopo. "Saloma's Kiss", ovvero la storia di Salomè, è la bambola desiderata da tutti, forzata al ballo dei sette veli dal proprio patrigno, odiata e non protetta dalla madre quando voleva solo baciare un uomo incorruttibile nella sua fede. I piedi immersi nel sangue e i veli tolti uno per uno, ma il prezzo del desiderio non ha costo fosse anche la propria morte.

Monica Mastellone, in arte Moma, disegna da sempre, sin da quando ha memoria. Dapprima con un po’ di timore per quella tela bianca che ha davanti ai suoi occhi, come fosse infinita, senza spazio e senza tempo e per quei colori a olio che la affascinano, proprio perché sconosciuti. Ma l’incontro avviene ed è la nascita di un dialogo che dura ancora oggi.

Del suo lavoro Sara Pieri dice: “La mia poetica tende ad indagare l’animo umano e tutto l’universo sensibile che riguarda la carne e l’anima. L’emozione è ciò che cerco e ciò che voglio comunicare”.

Maria Servidone, con un linguaggio espressivo molto referenzialista, mette in “essere” la centralità dell’Amore e della sua forza. La sua opera suggerisce una vastità di passioni entro cui l’Amore agisce; si tratta di sentimenti forti, che pur nella forma di una dolorosa lacerazione, sfociano in un messaggio nel complesso positivo. "ANTIGONE", amorevolmente circondata, continua a sfidare, con forza e coraggio, il potere che la vorrebbe confinata e umiliata.

Sandra Vandelli dipinge ed espone fin dal 1988. Con le sue opere ha sempre voluto esprimere il suo mondo interiore, fatto di contraddizioni, ideali e intensi desideri. Dopo essersi avvicinata alla pittura preraffaellita ha iniziato ad inserire nei suoi dipinti simboli ed allegorie per rappresentare in chiave ermetica varie tematiche, ogni quadro ha quindi una sua chiave di lettura. Negli ultimi anni per evolvere ulteriormente la sua arte ha iniziato a creare immagini femminili utilizzando anche la fotografia digitale.

Del suo lavoro Alessia Zolfo ci parla così: ”Dipingo da quando ho imparato a scrivere, e sperimento su materiali diversi: carta, legno e tessuti recuperati. Il centro è l'identità: dal corpo esterno alla mente, dall'epidermide ai tanti strati interiori che ognuno di noi mostra e nasconde. Siamo come pagine di un libro, scritto e segnato dal tempo, un alfabeto di segni materici. Trascendo la pura figurazione. L'idea, impressa su frammenti di carte strappate, raccolte ed accumulate nel corso del tempo e dei viaggi, si disfa e si ricompone nel pensiero dell'altro. La materia deperisce con il passare del tempo: poesia dell'effimero.

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