Mostre, Milano, 14 May 2013
OLTREMARE
Fondazione Ibrahim Kodra

In omaggio al 95° anniversario del maestro Ibrahim Kodra
La casa milanese dell’artista albanese Ibrahim Kodra è diventata una Fondazione che promuove la conoscenza della sua arte. Kodra è arrivato in Italia nel 1938 con una borsa di studio e a Milano ha studiato pittura all’Accademia di Brera. Negli anni fervidi del dopoguerra si è legato al mondo degli artisti che hanno lottato per un rinnovamento politico e culturale della pittura, aderendo al linguaggio postcubista del tempo, ma poi ha ritrovato le astrazioni e i simboli della sua terra d’origine, recuperando le luci, i colori e le forme di un mondo orientale che ricordava l’arte bizantina. Kodra ha vissuto tutta la sua vita a Milano e in Italia ma alla sua morte, nel 2006, ha voluto essere seppellito nella sua terra e quindi ricongiungersi alle sue radici fisiche e mitiche.
La parabola dell’artista albanese in Italia può illuminare alcune costanti che legano Albania e Italia, nell’intreccio di fatti storici spesso drammatici, talvolta addirittura tragici, ma anche fuori da essi. Kodra è arrivato in Italia poco prima che il nostro paese occupasse militarmente l’Albania, ma ha evitato prima le vicende tragiche della guerra e poi il lungo e drammatico periodo del regime comunista. In un certo senso è testimone di una Albania pre-storica e senza tempo, e forse in quel luogo ideale di colori puri e vita forte ha voluto tornare alla fine.
Gli artisti che espongono oggi nella sua casa milanese per festeggiare idealmente il suo novantacinquesimo compleanno non ignorano certo le ferite e le scosse della storia del loro paese, ma forse in comune con il loro antico maestro ideale e con la loro terra sentono un legame originario, energetico, mitico.
Figli dell’immigrazione degli anni Novanta o di più calmi arrivi successivi, restano, testimoniano del perdurare di una memoria d’origine amata e cercata. Come era già successo con Kodra, il contatto con i linguaggi e le pratiche della modernità li ha portati a confrontarsi con forme nuove, ma subito in esse hanno riversato la memoria del loro luogo d’origine. Ancora emerge il profilo dell’eroe nazionale Skenderbeg, delle donne, delle case e della vita quotidiana, oppure il racconto delle strade, del lavoro e della vita nelle città dei decenni passati, attraverso le fotografie delle vecchie riviste e dei giornali. O, ancora, i fatti e i riti della vita ricostruiti come in un teatro d’ombre. Pittura, installazione, video, performance, internet … ogni forma della comunicazione contemporanea serve ad alimentare un legame che nella lontananza si filtra e cristallizza. Gli artisti della comunità albanese, dispersi ovunque in Italia e ancora ben visibili in una affiatata comunità dell’Accademia di Brera, sono una delle ricchezze del mondo multicentrico e multiculturale in cui viviamo e una riserva di energia e di poesia per il loro Paese d’origine. Una riserva che, ne sono certo, tornerà a depositare segni e memorie nel suo luogo d’origine.
La mostra presenterà, assieme ad alcune opere storiche di Ibrahim Kodra, lavori di Agim Muka, Artan Shabani, Alfred Mirashi Milot, Vénera Kastrati, Alban Met-hasani, Shpati Hodoj, Stefany Savino, Arjan Shehaj, Ervin Zyka.

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