L’Italia è stata la patria di grandi collezionisti, figure come Giuseppe Panza di Biumo, Claudia Gian Ferrari e Paolo Consolandi sono purtroppo scomparse di recente. Come si crea nel nostro Paese un collezionismo giovane? In che cosa sarà diverso?
A.V. Credo sarà un collezionismo forzatamente meno pionieristico, e forse anche meno attento all'Italia dal momento che la circolazione dell'arte è sempre più internazionale.
Quale rapporto si crea tra artista e collezionista? Ci racconti qualche aneddoto?
A.V. Ci sono collezionisti che preferiscono non conoscere l'artista, Panza stesso mi disse che non amava visitare gli studi prima di comperare, perchè si sentiva oppresso dall'idea di dovere compiacere l'artista. A volte si genera una relazione di amicizia profonda, peraltro, come tra Giuliano Gori e Robert Morris, che hanno abitato insieme per mesi mentre Morris realizzava il suo labirinto a Villa Celle. Lo stesso Panza credo se ne sia andato con il rimpianto di non avere visto il Roden Crater di James Turrell completato. E quanto a Consolandi, ricordo con quanto affetto accoglieva gli artisti a cena o comunque a casa sua. Per non parlare dell'affiatamento assoluto di una collezionista come Giuliana Setari con artisti come Ettore Spalletti o Vettor Pisani: a quest'ultimo ha addirittura comperato una cava di marmo! Grandi mecenati come Maria Gloria Bicocchi hanno per lungo tempo perso il confine tra vita privata e vita con gli artisti, avendone sempre dieci a pranzo e a cena anche per Natale.
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