Intervista a Carlos Basualdo
Interviste, Ravenna, Faenza, 02 February 2011
Conversazioni con la direzione scientifica del festival per le prime anticipazioni e riflessioni verso Forms of collecting/Forme della committenza. La parola a Carlos Basualdo.

Quali segni ha lasciato la crisi globale nei meccanismi della committenza e della produzione delle opere d’arte?

Ad oggi, non è ancora molto chiaro quale sia stato l’effetto della crisi globale sul mondo dell’arte contemporanea. Forse perché solo negli ultimi mesi abbiamo cominciato a vedere le prime conseguenze, come ad esempio il taglio dei finanziamenti ai musei, da parte dei governi. Il caso inglese è stato molto pubblicizzato, il caso italiano è invece drammatico.
Negli Stati Uniti l’impatto è stato meno notevole, anche perché i musei non ricevono molti finanziamenti pubblici, ma attingono soprattutto a fondi privati, dalle fondazioni, alle banche o alle aziende, fino ai semplici privati. La crisi ha avuto senz’altro effetti sull’azione delle fondazioni bancarie o delle aziende in ambito culturale. C’è un rallentamento, ma la situazione non è drammatica. Oggi stiamo più che altro cercando di valutare il fenomeno nel suo pieno svolgimento e di capire quali sono le aree più influenzate, ma credo che avremo una visione più chiara a partire dal prossimo anno.

Vivi e lavori tra gli Stati Uniti e l’Italia. Quali differenze noti tra i due contesti nel modo di intendere una collezione, sia per quanto riguarda i privati che le istituzioni? Quali fattori positivi potrebbero “scambiarsi” questi due contesti?

Il collezionismo privato negli Stati Uniti e in Italia non sono molto differenti. Entrambi possono vantare importanti esempi di collezioni, con un’attenzione particolare agli artisti del proprio Paese, ma mi sembra anche logico. Per quanto riguarda le collezioni pubbliche siamo di fronte ad un fenomeno diverso. In Italia, per esempio, appartengono allo Stato, nelle sue diverse forme. Negli Stati Uniti invece sono soprattutto le ex collezioni private ad andare a costituire il corpus delle collezioni pubbliche. La politica delle donazioni permette ad un collezionista americano di ottenere dalla donazione di un’opera importanti incentivi fiscali da parte dello Stato. Lo Stato promuove quindi la salute delle collezioni con delle misure che purtroppo in Italia non esistono, creando un dinamismo nel rafforzamento e nell’accrescimento delle collezioni. Questo è uno spazio su cui, in Italia, bisogna lavorare.

A Faenza si parlerà del ruolo dei musei. Dalla nascita della museologia moderna quest’istituzione è mutata progressivamente, seguendo le esigenze dei tempi con cui si è confrontata. Si apre un nuovo decennio: a tuo parere in che direzione va il museo, nel suo ruolo di committente?

Continua a leggere
http://www.festivalartecontemporanea.it/c-news/intervista-a-carlos-basualdo-1

Commenti 0

Inserisci commento

E' necessario effettuare il login o iscriversi per inserire il commento Login