Mostre, Milano, 23 February 2012
Napoletano verace, ma trapiantato in Umbria, Ugo Levita è pittore che unisce il "cervello", fervido d'immaginazione fremente, all'abilità pittorica, quel virtuosismo di cui s'è perso oggigiorno il gusto, la sfida, il senso, la bellezza, la necessità. Al trucco scoperto delle avanguardie epigoniche tutto stupore e ferocia, non di Kandinskij, Pascali, Klee, Burri, Duchamp, Pollock, Manzoni, Fontana..., Levita oppone una pittura di fantasie e di sogni, di incubi e di miti, di simboli e di miracoli, il tutto in un intrico di piani e di flash back, di commistioni e di intarsi. Un mondo il suo pieno di misteri e di narrazioni circolari, dove lo spazio e il tempo si trovano in somma sintonia, dentro la storia audace e onirica dell'utopia, in un universo di figure trasfigurate e di corpi o volti che non sai se più umani o più angelici. Una pittura di sterminata felicità, nonostante la realtà.
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