In esposizione recenti dipinti di Daniela Caciagli, Riccardo Corti, Marco Manzella, Guido Morelli, Armando Orfeo, Valente Taddei. I sei artisti, seppur differenti tra loro per cifra stilistica e formazione estetica, sono uniti da un profondo spirito di ricerca nell'ambito della pittura figurativa contemporanea, oltre che da un rigore compositivo e da un’accuratezza formale che rendono armonioso l'accostamento dei rispettivi lavori in un progetto espositivo comune.
Nei suoi dipinti a olio e acrilico, Daniela Caciagli (Bibbona, 1962) dà vita a immaginifiche associazioni di frammenti di vita quotidiana, sfumando i riferimenti spazio-temporali. L’artista esprime un forte messaggio sociale: descrive un mondo virtuale in cui le persone - raffigurate quasi come ombre, prive di tratti somatici nei volti - non comunicano tra di loro e rimangono chiuse nella loro solitudine.
Riccardo Corti (Firenze, 1952) dipinge a olio esili pini marittimi, in composizioni equilibrate nelle quali l’eleganza dinamica delle forme si unisce alla morbidezza delle sfumature. Ne nasce una pittura poetica e dalla spiccata valenza simbolica, meticolosa ma incline alla sintesi, nel contesto di un’indagine estetica mai fine a se stessa.
Nelle tempere di Marco Manzella (Livorno, 1962) - contraddistinte dallo studio accurato della prospettiva e dall’uso nitido della tavolozza - l’uomo e la natura rappresentano il pretesto formale per la costruzione di un mondo artificiale, a un tempo pittorico e sensoriale: le figure sono colte in gesti a mezz’aria e in movenze plastiche dai significati metaforici, sottilmente inafferrabili.
Nei raffinati oli di Guido Morelli (La Spezia, 1967) sono dipinti rarefatti paesaggi naturali, librati in un vuoto materico che sembra aspirare all’assoluto. E’ una pittura ‘mentale’, in cui è accentuato il valore della memoria: la tendenza all’estrema semplificazione segnica e formale si collega con la ricerca di una dimensione meditativa e interiore.
Nelle sue tecniche miste, Armando Orfeo (Marina di Grosseto, 1964) riproduce surreali paesaggi urbani nei quali si stagliano architetture audaci. L’artista realizza un onirico affresco sulla condizione dell’essere umano, con i suoi miti e i suoi problemi, con le sue fragilità e le sue - sempre più artificiose - sicurezze: lo fa servendosi di un’ironia volta a stimolare una riflessione non banale sull’esistenza.
Valente Taddei (Viareggio, 1964) realizza dipinti a olio e china dal taglio narrativo, nei quali un minuscolo individuo si ritrova in situazioni paradossali, sospeso in tempi e spazi indefiniti. La linea tracciata dall’artista asseconda le peripezie del suo ‘omino’, temerario ma insicuro, solitaria presenza in un universo di equilibri precari, icona della fragilità umana in bilico tra sogno e inconscio.
La mostra, organizzata dal Comune di Pietrasanta in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio, è corredata di catalogo con introduzione di Gianni Costa. Rimarrà aperta fino al 15 agosto 2016, tutti i giorni, con orario 19 - 24. Infoline: 333 2318925.
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