Nata da un idea dell'artista Adele Lo Feudo (ALF) questa mostra itinerante avrà la sua conclusione in un museo permanente a memoria delle vittime del femminicidio.
Diverse artiste dedicheranno una loro opera ad una di queste vittime, opere che parlano di donne liberate che si sono messe in gioco, nella professione, nella famiglia e nella società civile, spesso dovendosi liberare da figure maschili violente e dispotiche.
L'incessante presenza sui media di fatti di cronaca di questo tipo, se da un lato funge da denuncia su una realtà rimasta fino ad ora fin troppo nascosta nei vicoli del provincialismo, ha dall'altra la disgraziata vocazione di fonte di emulazione.
Vogliamo che i media parlino, tanto, di donne che ce l’hanno fatta anche se stanno ancora lottando per affermarsi in una società ancora troppo orientata al maschile.
Portando testimonianza viva di un nuovo riscatto sociale che ci vede protagoniste attive del cambiamento, non facciamo altro che spostare l'attenzione da tanti troppi anni, di donne oggetto sessuale e da possedere, non facciamo altro che donare coraggio a quelle tante, troppe donne, che ancora vivono prigioni di violenza in attesa della morte. 50 artiste unite per la memoria e per il futuro, perchè tutto il male non venga dimenticato, perchè ogni donna trovi, attraverso il nostro lavoro, il coraggio di liberarsi.
Giorgia Gigì
18/08/2013
Partecipo a questo evento con l'opera: "La mia vita" - Supporto tavola - misure 40x40 - Agosto 2013
Dedicata a ricordo di Rita Atria. collaboratrice di giustizia morta a 17 anni
il sito per vedere le opere di tutte le 67 artiste partecipanti alla mostra itinerante è: www.unpetalorosa.altervista.org
Commenti 31
Brava Teresa!
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