La mostra si propone di esplorare le tematiche legate al divino e al senso dell’anima nella società multietnica e delle esigenze di tolleranza che da essa scaturiscono.
Soqquadro & Vista
Presentano
Sacralità e Tolleranza
Mostra collettiva
DURATA: 23 Dicembre 2010- 07 Gennaio 2011
INAUGURAZIONE: mercoledì 23 Dicembre 2010 18.30
ORARI: dal lunedì al sabato 16.00-20.00
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICE: Marina Zatta
COLLABORAZIONI: Gloria Ceschin, Michela Melis, Yasmin Mohamed Samir,
Alessandra Parrella, Mara Valente
INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
info@vistatv.it soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu
“Vista” è un centro dedicato all’arte e alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti, ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo. In questo luogo Soqquadro espone la collettiva micro & MACRO,
un progetto di Marina Zatta sul ruolo dello spazio nel determinare la narrazione di un’opera d’arte.
La mostra è realizzata nel periodo natalizio e si propone di esplorare le tematiche legate al divino e al senso dell’anima nella società. In un momento storico in cui le religioni tentano con forza, a volte persino con la violenza, di riconquistare spazi culturalmente perduti contrapponendosi all’analisi pragmatica della laicità, una riflessione artistica e intellettuale sul senso profondo della religiosità, più che delle religioni, può aprire degli spazi di riflessione. La società moderna è sempre più globalizzata e cosmopolita e questo richiede necessariamente la capacità di confrontarsi tra differenti culture e tra sensibilità legate a visioni religiose e degli spazi dell’anima diversi tra loro. Ovviamente, l’Arte oggi utilizza molteplici linguaggi narrativi e di conseguenza le opere che saranno esposte non rappresenteranno necessariamente il tema con stilemi figurativi, ma esprimeranno il concetto del divino e dell’umano nei vari linguaggi artistici e con tutte le tecniche.
Alessandro Angiovini descrive così la sua opera:
“In tempi di crisi economica perenne, dove l' 8 x 1000 non basta più, anche Gesù deve iniziare a risparmiare, e lo fa partendo dalla croce. Con questa prima opera di arte sacra, cercherò di rimodernizzare le "Stazioni evangeliche" ricreando una Via Crucis alternativa all'insegna del Fai-da-te, partendo dalla scelta della croce giusta per le tasche del messia”.
La poetica di Anna Maria Basile descritta da Francesco Idotto:
"Anna Maria Basile ha scelto la fotografia e, all’immediatezza di questa, associa la lenta manipolazione del pittore. Oltre la forma stabilita, oltre l’oltraggio del tempo, le sue immagini si animano di solitudine e di memoria. L’uomo si trova ingabbiato nella dimensione del suo paesaggio interiore, che fa scolorire l’oggettivo che lo recinta. Anna Maria dà una tinta alla solitudine, e non il tradizionale grigio, ma quella che nasce dalla policromia dell’esistenza."
L’opera proposta da Aldo Berardi “La Soglia” fa parte di un ciclo di rappresentazioni accomunate dalla profondità. In esse l’autore esplora ciò che è al limite tra l’umano e il divino. L’obiettivo penetra cercando un punto di fuga lontano da cui si dipartono prospettive profonde. Queste creazioni non riflettono una dimensione spirituale compiuta e accettata, ma piuttosto la ricerca, che si fa esplorazione guardinga e timorosa, anche dubbiosa, ma presente all’inconscio. Al confine tra il mondo terreno e ciò che sta al di là c’è una porta, che diventa materializzazione dei dubbi e delle paure che sono in ogni uomo.
L'artista Giancarlo Caporali con "Different Paths" approda al gesto istintivo e personale, vicino all'esperienza espressionista dell'Art Brut. Il suo intervento è istintuale ed emotivo, prepotente e primitivo. Il tratto a volte graffiante, scavato nel colore che incide la superficie pittorica, nasconde un'attenta percezione della realtà. Gli elementi del reale risultano così trasfigurati nel viaggio spirituale condotto dall'artista, liberando la mente dagli schemi che imbrigliano la fantasia e limitano l'azione. La metafora del bene e del male si evidenzia attraverso un uso efficace del colore in un mondo che oscilla tra infanzia e perdita dell’innocenza, per godere dello slancio vitale che anima il gesto e l’uso del colore. E' una sorta di viaggio dove l'opera diviene tappa, sosta, finestra da cui guardare nuovi orizzonti.
L’opera esposta da Simone Casini “La Flagellazione” ci viene così descritta dall’artista:..”Nella flagellazione i colpi venivano inferti con il flagellum, una frusta con code di cuoio armate con inserti metallici e punte aguzze in osso di pecora. La carne del condannato ben presto si rigava di solchi e di bolle tumefatte e dappertutto rigurgitava sangue. Nell'opera l'evocazione simbolica del sangue generato dalle armi della contemporaneità (dadi, viti, bulloni, ecc.) induce nel credente la percezione della sua prossimità con il Verbo incarnato, la cui presenza è suggerita dal fondo sindonico su cui si staglia l'aureola ... o la corona di spine ?”
Laura Costantino propone un’opera liberamente ispirata alla fotografia di Werner Bischof del 1951"BABA MORECHO"... E' una richiesta, è un grido al cielo ma allo stesso tempo è una scossa alla terra, a coloro i quali la popolano. Chiediamo a qualcuno al di sopra di noi il perché di ciò che ci affligge, ma non ci rendiamo conto che tutti i nostri perché sono qui, le soluzioni sono fra le nostre mani.
La ricerca pittorica di Alessandra Lampiasi mira ad individuare, e ad esprimere di conseguenza, stati d’animo e luoghi remoti dell’essere, una ricerca di tipo “visionario” e onirico. L’artista ci propone l’opera “Silence in the Big Universe” per la quale ci propone questa interpretazione: "A volte basta un attimo ad acquisire la consapevolezza del tutto. Immergendosi in un Silenzio che annulla il normale flusso di coscienza e di pensieri e che ci riconduce all'Origine della vita stessa. Dimenticare il pensiero/coscienza per acquisire la consapevolezza di un tutto-cosmico, del quale non siamo che minuscole parti."
Fabrizio Paoletti così descrive l’opera “Religio” - Io sono il Signore: la Religione che diventa legame e non è più libertà per l’uomo, svela un dio che si mostra Padrone più che Signore, che chiede all'uomo azioni sulla base di leggi prefissate imponendogli un comportamento che dopo secoli non è più orientato all’ottenimento del suo bene reale. Imprigionato quindi dalla stessa forma della norma, la legge da salvifica e fonte di libertà si fa portatrice di dolore e nonsenso. E la corda che avvolge la tela indica il legame che origina dallo stesso simbolo imprigionato nella sua propria immutabile essenza.
Maurizio Piccirillo ci propone il suo ultimo lavoro: "L'opera “L'Ignoto”, è l'ultima frontiera creativa che ho esplorato. Il mio percorso iniziato anni fa dalla musica, si è successivamente indirizzato sulla poesia per approdare, appunto, all'arte digitale. Nello specifico, si tratta di una elaborazione digitale di Frattale matematico, che in questo caso ho assemblato su forex. Utilizzo vari materiali, ma questo per il momento mi da l'effettiva potenzialità del messaggio che voglio trasmettere all'esterno il mio messaggio poetico e musicale."
Banafsheh Rahamani con la sua opera “The God, the Bad and the Ugly” tratta il complesso tema degli scontri ideologici fra religioni. Descrive così il suo lavoro: ''Scontri tra fedi, all'interno dello stesso credo e perfino dentro i propri pensieri. La fedeltà a una fede può talvolta portare a battaglia senza fine''.
Il maestro Guido D’angelo ci illustra la poetica di Giuliana Silvestrini: “L’artista nel suo lavoro ha scelto di seguire un percorso di approfondimento parallelo, ma assolutamente indipendente nella sua attualità, alla storia della pittura più alta della tradizione. Le sue composizioni trattano con stile analitico, mai freddo e decisamente espressivo, la problematica delle forze in tensione nei “gruppi di figure”, che studia e rielabora riferendosi alle opere dei grandi maestri: Rembrandt, Tintoretto, Pontormo, Caravaggio. Adoperando e privilegiando una pittura asciutta e diretta, fatta di pigmenti primari e di infinite mescolanze. Una pittura di forte impianto, incentrata sulla ricerca di una drammaturgia del gesto pittorico.”
Davide Simiele espone l’opera “Full Metal Passion”, propone cinque immagini, parte di un lavoro più ampio, per rappresentare la Passione di Cristo. Finte guerre e finti Gesù, per raccontare la reale sofferenza, il reale dolore dell’Uomo e la sua indifferenza nei confronti di Dio. Cinque immagini non per chiederci “Dio dove sei? Perché accade tutto questo?”. Cinque immagini non per riflettere ma che riflettono Noi.
Le immagini utilizzate per i fotomontaggi sono tratte da: “Call of Duty” © Activision Publishing Inc., “Medal of Honor” © Electronic Arts Inc., “La Passione di Cristo” © Icon Distribution Inc., “Gesù di Nazareth” © RAI Radiotelevisione Italiana e ITC
Altin Toska, espone l’opera "Solo uno ha seminato per davvero" un elogio al messia del cristianesimo con una critica alle ideologie contemporanee. L’artista descrive così il significato del suo lavoro:“Cristo è la Porta e tu, io, noi siamo la chiave. Oggi siamo usurpati da mondezza intellettuale, di tutte le influenze extraterrestre, di tutte le ideologie e morale sulla vita sulla morte di chi ne è l'artefice di mia o tua o sua vita. Il messaggio è che l'essere umano vive solo nella testa, invece bisogna "tagliare" la testa e vivere dentro il proprio cuore come Cristo che dopo 2000 anni è ancora presente con i suoi insegnamenti.”
L'Artista Massimo Totolo è ispirato al più antico spettacolo del Creato, le Stelle, ispiratrici di molteplici storie ed avventure.
Usa la più antica tecnica per tramandare racconti ed eventi alle generazioni future, i Graffiti.
Con profonde incisioni o leggere spazzolature, tramite il reincollaggio della e sulla ruggine l'Artista dà vita a opere d'Arte figurativa e concettuale.
Gli Angeli entita soprannaturali o estensione della propria anima ?
L'Uomo come L' Angelo con il capo rivolto alla volta celeste
A scrutare il cielo stellato in attesa di scorgere la stella
Quella Stella che porta la buona novella
O un semplice segnno che re infonda nuove speranze .
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