FILOSOFICAMENTE
Si è inaugurata lunedì 2 giugno la mostra “Filosoficamente” dell’artista David Pompili. L’esposizione è stata organizzata dall’Associazione Culturale ARTEAS in collaborazione con l’IVB – Instituto Vital Brazil di Rio de Janeiro e la UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janeiro. L’incontro con l’artista David Pompili che attraverso i suoi volti di cartone ha inchiodato lo sguardo dell’osservatore, le sue opere hanno un linguaggio e una personalità unica perché elle sono irriverenti e dissacranti. Ma senza saperlo le sue opere esprimono una “ sacralità” cercando di tessere un dialogo poetico e artistico, dove il processo cognitivo che conduce alla cosiddetta “ fase dell’abbandono”, descritta, come punto di arrivo della comprensione estetica, in cui gli effetti dell’immagine non sono più prevedibili dall’autore, ma parte dalle sensazioni che l’opera trasmette. E’il momento in cui l’osservatore, fatte proprie le informazioni storico-contenutistiche dell’opera, si abbandona al sentito e al percepito emozionale dell’arte. Mentre Stefano Frascarelli ci dice:“Filosoficamente… ovvero prenderla con filosofia. Sarebbe un po’ come dire prenderla con ironia o addirittura “a ridere”. E il lavoro più recente di David Pompili va proprio in questa direzione. Chi lo conosce sa bene quanto spirito ed autoironia ci sia nel suo modo di fare e vivere; a volte al suo interlocutore appare addirittura scanzonato e d’animo leggero, proprio perché sa applicare un personalissimo filtro a tutto ciò che vede e sente. È abile nello smorzare i contrasti e a trovare una traduzione felice a quanto la quotidianità indistintamente propina. Ritroviamo questa matrice caratteriale nelle sue opere, anche se solo in modo marginale: quello che risiede profondamente nell’animo dell’artista non sempre appare all’esterno. Ma quando accade spesso è d’obbligo sdrammatizzare. David Pompili non farebbe eccezione in questa dinamica sociale se non fosse che essere artista comporta una irrinunciabile sfacciataggine. Tutto ciò che la sensibilità personale riesce a cogliere trova nel fare arte una via di fuga diretta alla quale è impossibile sottrarsi in virtù di un quieto vivere o, forse, di un desiderio di distrazione. Il rebus composto da scritta e immagine è accattivante, cattura l’attenzione ma, leggendo tra i tagli nel cartone, l’attualità che ci troviamo davanti è a volte drammatica. Pompili travasa con controllata foga sulle sue tele - anzi, sui suoi cartoni - tutte le riflessioni, le considerazioni e le associazioni mentali che l’intelletto produce e che normalmente chiunque terrebbe per sé. Strappando via cartone e colore l’immagine che rimane si fa più scarna, quasi sindonica. La sintesi a cui è approdato il lavoro di Pompili lascia sempre meno spazio al “significante” per far posto al “significato”: il messaggio è lì, è chiaro, noi che guardiamo dobbiamo solo pulire i filtri e prenderla con filosofia... l’alternativa sarebbe iniziare a parlare”.
Biografia di David Pompili
Ogni piccola parte della vita di David Pompili nato a Spoleto nel 1970, Pompili ha una visione dell’arte pulita, di grande amatore e conoscitore profondo, dovuta anche alla sua formazione lineare tutta proiettata sulle forme espressive. Diploma presso l’Istituto d’Arte di Spoleto, sezione scenotecnica, dove oggi insegna, diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia sezione pittura, Laurea in Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura di Firenze, una formazione che ha portato l’artista ad affinare gusto, conoscenza e tecnica, che ora cerca di trasmettere attraverso l’insegnamento, attraverso i suoi progetti architettonici e con i suoi quadri.
Ha avuto molte esperienze nel campo della scenografia e del design, ha collaborato con case di moda di Milano e Firenze, ma l’amore per la pittura la fa da padrone e da anche grandi soddisfazioni. Nel maggio del 1999 espone ad una collettiva a San Francisco dove riscuote un grandissimo successo, che si ripete nel febbraio del 2000 a Chicago. Partecipa attivamente a diverse collettive tra il 2001 e il 2002 tra cui “Cavour Art” a Terni e a nove edizioni del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ma il riconoscimento più grande arriva nel 2011, in cui viene invitato al Padiglione Umbria della 54a Biennale di Venezia. Le sue opere vengono trattate in alcune delle principali gallerie Italiane ed Europee come la Piazza delle Erbe di Roberto Rossini a Macerata e la galleria Amart di Bruxelles. Numerose sono le esposizioni come ad esempio la personale dal titolo Strappi nello spazio espositivo di Santa Maria di Betlem a Foligno nel 2009, l’esposizione presso il Videocentro di Terni nel febbraio 2010 e la personale presso la DaDagallery, sempre nel Folignate, la personale alle Scuderie Estensi di Tivoli. Altrettanto numerosi sono i premi: Premio Città’ di New York(Gennaio2010), premio D. Fabio Leonardis(Febbraio2010Terni), premio CombatArt(Livorno2010) e la realizzazione di un’opera stabile in occasione del 20° anniversario del crollo del muro di Berlino conservata ed esposta al Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea Villa Coloredo Mertz a Recanati(MC).
Giovanni Cardone
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