Il progetto si sviluppa intorno alla smaterializzazione del corpo. Il percorso parte con un'installazione sospesa: una gigantesca rete da pesca contiene vecchie vesti. Viene accompagnata con un suono/rumore che pervade l’ambiente e da un video muto che apre una finestra luminosa e fittizia all'interno dello spazio espositivo. L'artista presenta l'immagine emblematica di un intreccio semantico, il concetto che evoca numerosi provocatori ricordi. L'invisibile è percepibile nell'assenza del corpo come è udibile nel sussurrio vago dello spazio sonoro. L'opera trascende i cinque sensi e affronta concettualmente il trauma psico/sociale della memoria e dei motivi legati alla: deposizione, caduta, morte e separazione.
Testi critici di Nicoletta Agostini ed Helia Hamedani
Scuderie Aldobrandini
Piazza Guglielmo Marconi, 6
Vernissage ore 18
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