Tra le sacre rovine di una civiltà industriale si sgretolano ambiziosi progetti umani.
Lo scontro tra buio e luce, tra cemento e vita si consuma in uno stillicidio senza tempo.
Strumento di indagine ed esplorazione è lo sguardo.
Non è però l'occhio consapevole del reporter che vuole mostrare con chiarezza e neanche l'occhio del pittore che interpreta i segni e li ripropone deformati secondo la propria arte.
E’ l’occhio di chi conosce per la prima volta il non-luogo, rimane smarrito, perde i punti cardinali e subisce di riflesso la violenza.
La reazione all' Abuso non è titanica, nessuna forza da opporre, soltanto confusione, semmai allucinazione.
L’impatto del modello di sviluppo tipico della nostra civiltà industriale lascia ferite difficili da rimarginare. Vecchi complessi industriali lasciati all’abbandono, “monumenti” di cemento eretti in nome del progresso e di un frainteso benessere.
L’uomo non sempre riesce a relazionarsi in maniera equilibrata con l’ambiente che lo ospita, e spera che il semplice trascorrere del tempo cancelli le tracce dei suoi errori.
La natura nel frattempo aspetta.
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