opening giovedì 6 luglio ore 21.00 presso STUDIO 38 Contemporary Art Gallery, Corso G. Amendola 38E, Pistoia
orari mostra:
lunedì – venerdì 16.00 – 19.30,
o su appuntamento info@studio38gallery.it
Il Kintsugi è una pratica giapponese che consente di riparare le fratture di un vaso attraverso l’utilizzo di lacche addizionate con polvere d’oro o d’argento. Per la filosofia Zen infatti una rottura è come una ferita che, riparata con un metallo prezioso, dona all’oggetto una maggiore bellezza e armonia. Il caso con cui si determinano le fratture diventa il veicolo per la definizione di una nuova forma estetica. Già Daisetsu Suzuki - il grande maestro zen che in qualità di docente alla Columbia University di New York insegnò anche a John Cage - sosteneva che l'arte orientale rappresenti lo spirito, mentre l'arte occidentale raffiguri la forma. Da quel momento in poi, erano gli anni ’50, niente fu come prima; anche l’arte dell’Occidente si rivolse allo spirito e il concetto divenne primario rispetto all’espressione della figura.
Recompose è una delle pratiche artistiche prodotte da Carlo Colli in questi ultimi anni, quella che ha adottato per questa sua esposizione personale all’interno della galleria Studio 38 di Pistoia: carte dipinte mediante una pittura monocroma e strappate in linee parallele realizzate dall’artista secondo la ricerca di una casualità che diventa motivo generativo dell’opera. L’autore di queste fratture è anche colui che le ricompone, mediante nastro adesivo americano (in questo caso di colore bianco) fatto aderire con una cura estetica tale da contribuire alla creazione di nuove forme del tutto inaspettate. Ecco che dalla casualità dello strappo, attraverso un processo di riparazione meticoloso e sapiente, emerge l’opera d’arte intesa come processo mentale di ricerca visiva. I titoli di queste opere indicano il tempo impiegato (espresso in ore, minuti e secondi) per la ricomposizione dei pezzi strappati utilizzando le lettere H/M/S.
Nella sala centrale della galleria due carte sono lasciate all’interpretazione della gallerista che ospita la mostra. L’artista in questo caso include nel processo creativo la figura dell’animatrice della galleria: come parte del mondo che sta intorno ad un’opera d’arte, Giulia Ponziani è chiamata ad estendere questo processo al di fuori delle capacità dell’artista. Così come alcune “ricomposizioni” di Carlo Colli si estendono al di fuori della carta, anche la genesi dell’opera stessa può essere estesa a quegli attori che fanno parte del sistema dell’arte contemporanea.
Nella sala d’entrata l’artista ha voluto invece rendere omaggio a Pistoia, quest’anno nominata capitale italiana della cultura. In questo caso le carte strappate che accolgono il visitatore sono di colore verde, mentre il nastro adesivo americano che le ricompone è bianco: come l’alternanza del Serpentino verde di Prato e del calcare Alberese dei monumenti religiosi storici della città di Pistoia. Il Romanico pistoiese ha un carattere unico proprio grazie alla sua bicromia, talvolta talmente esasperata da mettere in secondo piano la forte scansione architettonica verticale dei paramenti che compongono le facciate decorate e istoriate di questi edifici. In particolare l’artista ha voluto ispirarsi al trecentesco Battistero di San Giovanni in Corte posizionando queste due carte su una parete in alto, l’una vicino all’altra, volendo idealmente trasferire la visione di una porzione angolare dell’architettura del grande monumento all’interno della galleria. Ecco che la bicromia diventa un simbolo estetico di un territorio, ma anche un motivo ornamentale da reinterpretare attraverso la ricomposizione degli strappi secondo un processo creativo che vede l’artista immergersi nel contesto ambientale che accoglie la sua esibizione.
Le opere di Colli sono lavori concettuali che richiedono una conoscenza dei presupposti che stanno alla base della loro creazione. Allo stesso tempo sono opere che hanno una forte connotazione visiva astratta, nei valori cromatici e nei materiali usati che sono propri della pratica artistica: la carta, il supporto dell’arte per eccellenza, la pittura monocroma, il nastro adesivo americano. Materiali diversi utilizzati per comporre innumerevoli forme la cui esperienza visiva è quasi meditativa, come quella che si ha all’interno di un giardino zen o nell’ascolto di un suono armonico naturale.
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