Palazzo Libera e il Comune di Villa Lagarina ospitano “L’opera libera”, personale dedicata a Carlo Colli, artista ormai affermato nel panorama dell’arte contemporanea con presenze e acquisizioni anche museali come al Museo Pecci di Prato e al Camusac di Cassino. Le venti opere in mostra appartengono ai recenti cicli “Skin” e “Recompose”, in cui emerge l’originalissima ricerca “su” carta dell’artista siciliano.
In queste opere si può senz’altro dire che, anzi, la carta non sia neppure più un supporto, ma, in un’inedita fusione con la pittura, si mostra nella sua valenza oggettuale. Ogni carta è completamente ricoperta, fronte e retro, dalle percepibili pennellate di pittura monocroma, preparando così il paradosso di una superficie spessa, pronta a misurarsi con ogni azione dell’artista. Forse è proprio questo il primo dato poetico di questa ricerca: l’unione di pittura e carta per trascendere l’intramontabile dualismo di tecnica e supporto, creando una forma coesa che sia completamente immersa nell’ambiente in cui si mostra.
Ecco che nel ciclo “Skin” gli strappi, che per Colli sono ancora pittura, misurano lo scarto tra l’intenzione dell’artista e la resistenza del suo nuovo “corpo” pittorico. L’artista tenta una retta, due parallele, un cerchio, ma nello strapparsi ecco che la retta s’incurva, le parallele convergono, il cerchio si deforma: è l’imperfezione creativa, in cui l’immagine si mostra nella propria purezza fenomenica, infinita approssimazione tra ideale e realtà.
Nel ciclo “Recompose”, poi, Colli approfondisce la diretta corrispondenza, non solo tra opera e spazio, ma anche tra opera e interprete. L’artista strappa ancora la carta-pittura, d’istinto questa volta (pars destruens), senza preoccuparsi dell'estetica dello strappo come avveniva in Skin; poi ricompone, come in un restauro, i vari pezzi utilizzando un largo nastro adesivo, di nuovo inteso come pittura: una pittura che compone e salva. Ne risulta un’architettura di strisce nere in rilievo che ricopre interamente gli strappi.
“Recompose” sorge così, in una sovrapposizione di negazione e affermazione, distruzione e costruzione, istinto e razionalità. L’opera è ora pronta per espandersi, è una potenza rattenuta che l’artista vuole indipendente da lui stesso: per questo “Recompose” è sempre affidata all’altro che verrà, a colui che l’allestirà sulla prima parete e in quelle che il tempo prepara. Le larghe strisce di nastro si possono prolungate indefinitamente al di fuori dei confini dell’opera, sia essa singola o multipla, interagendo con lo spazio e con un’interpretazione sempre imprevista.
“Recompose” in questo modo, non sarà mai satura di senso (forse metafora per l’arte tout court) ma “opera libera” sempre in divenire, come l'idea che accompagna la ricerca di Carlo Colli.
Carlo Colli nasce in Sicilia nel 1968. Dopo aver conseguito il diploma all'Istituto Statale d'Arte di Sciacca, si diploma nel 1991 all'Accademia delle Belle Arti di Firenze dove attualmente vive e lavora.
Mostre selezionate
2017
"Recompose - Carlo Colli interpretato dalla gallerista Giulia Ponziani", testo critico di Lorenzo Cipriani, Studio 38 Contemporary Art Gallery, Pistoia.
“Giuseppe Santomaso, L'astrazione emozionante – L’ultimo grande periodo 1980-1990”, a cura di Leonardo Conti, PoliArt contemporary, Milano.
Con un’opera di Carlo Colli dedicata a Santomaso.
2016
"Carlo Colli - Temporary/Untemporary", a cura di Piergiorgio Fornello e Meri Marini, Sciatò, Seravalle Pistoiese.
“Vulnus et vultus”, a cura di Leonardo Conti e Sara Bastianini, con una presentazione di Raffaele Tovazzi, PoliArt Contemporary, Opificio delle idee, Rovereto.
“La torre di Babele”, a cura di Pietro Gaglianò, Ex Fabbrica Lucchesi – Museo Centro per l'Arte Contemporanea Pecci, Prato.
2015
"Nuove opere della collezione tra acquisizioni e proposte Omaggio ad Achille Pace", a cura di Bruno Corà e Tommaso Evangelista, CAMUSAC Museo di Arte Contemporanea, Cassino.
“niente è come vedi”, testo a cura di Luca Sposato, galleria DieMauer arte contemporanea, Prato.
"Carlo Colli - The Others Art Fair", galleria DieMauer, Ex Carcere Le Nuove, Torino.
2013
“SPOSTATO”, testo a cura di Martina Sunè, galleria DieMauer arte contemporanea, Prato.
“Carlo Colli. Post 15P19”, a cura di Giorgio Lodetti, Libreria Bocca – Spazio Bocca, Milano.
"Section #1", testo critico di Carolina Lio, Artcore gallery contemporary project, Bari.
"Carte nomadi - l'indistruttibile caducità della pittura", a cura di Leonardo Conti, PoliArt Contemporary, Milano.
2012
“Post 19612”, a cura di Silvia Cangioli, Galleria C2contemporanea2, Firenze.
2011
“Post”, testo critico di Pietro Gaglianò, Galleria Zone, Firenze.
2009
“Green scene (Lato)”, a cura di Luca Gambacorti, testo critico di Fabrizia Bettazzi, Galleria Lato Architecture Spaces, Prato.
2007
“LandOver”, a cura di Alberto Zanchetta, Galleria Blob Art, Livorno.
“Green”, a cura di Gloria Gradassi, Galleria Genus, San Benedetto del Tronto.
2003
“Unsexy”, Galleria Ken’s Art Gallery, Firenze.
2002
“Eterogenea”, Galleria Ken’s Art Gallery, Firenze.
2000
“Immediatezza espressiva”, Galleria Ken’s Art Gallery, Firenze.
Palazzo Libera
Via Garibaldi, 12 - Villa Lagarina
ORARIO
mercoledì, giovedì, venerdì 14.00 - 18.00
sabato, domenica e festivi 10.00 - 18.00
ingresso libero
INFO
Comune di Villa Lagarina
0464 494202
cultura@comune.villalagarina.tn.it
www.comune.villalagarina.tn.it
www.carlocolli.blogspot.com
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