mostra antologica di LUIGI LOMANTO 1924-1997 e di allievi del suo atelier
Mostre, Pavia, 10 November 2011
La vasta opera pittorica, di Luigi Lomanto dagli inizi, negli anni Cinquanta, fino alla sua morte, nel 1997 è il percorso di questa mostra volutamente molto semplice, tracciata sui temi prediletti di Lomanto – paesaggi, animali, animali nel paesaggio, nature morte e poi ritratti, autoritratti e figure femminili.



Nella Milano degli anni Cinquanta al mondo dell’arte che ruota intorno a Brera, il tema dominante del dibattito è l’antitesi tra figurativo e non-figurativo. Tra gli artisti che scelgono come campo di ricerca la figurazione, con motivazioni e soluzioni formali molto diverse tra loro, c’è anche Lomanto. Nell’affermare il diritto, che è nello stesso tempo il dovere, della sperimentazione Lomanto, come molti altri artisti della sua generazione, sente anche un imperativo “morale”, nel senso di una moralità del fare arte, nel dedicarsi coerentemente e responsabilmente alla sua ricerca, al di là delle ideologie o delle polemiche tra schieramenti formali. La sua scelta, quella di lavorare sulla realtà dei corpi (umani e animali) e della natura, assume un valore totalizzante nella sua vita.



Le recenti mostre di disegni di Luigi Lomanto in due gallerie milanesi, (nel 2009, prima presso “Groff & C. Compagnia di arti e mestieri”, poi presso ”il mercante di stampe) hanno riacceso l’interesse sull’opera di questa originale personalità artistica che si sgrana dagli anni Cinquanta fino alla fine del secolo scorso, connotata da una continua, appassionata ricerca sulla realtà delle forme: realtà dalla quale è escluso ogni verismo aneddotico, ma è invece sempre presente l’indagine sui contrappunti di volumi e di movimenti, di forme e di colori.



Cristoforo De Amicis nel 1975 osserva come tutta la sua opera sia “impostata sulla giusta corrispondenza fra valori plastici e pittorici, nulla lasciando al caso o alla improvvisazione, senza tuttavia perdere di vista ciò che in lui, col tempo, è divenuto l’assunto primario dell’opera pittorica: il conseguimento della luce”.



Ampio spazio sarà dato alla sua produzione di disegni tracciati con un segno a volte leggero e filiforme, a volte spesso e corposo, sempre inquieto e fremente.



Un quadro della sua attività, divisa con eguale impegno tra la ricerca individuale e l’insegnamento, (per una ventina d’anni in un liceo artistico milanese, poi in un suo molto frequentato atelier privato) non sarebbe completo se non comparissero nella mostra anche opere dei suoi allievi.



Tra i curatori della mostra la professoressa Anna Finocchi, che è attiva da molti anni soprattutto nel campo dell’arte dell’Ottocento e del Novecento è attualmente membro del consiglio direttivo della sezione di Milano di Italia Nostra.

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