…....il 27 GENNAIO del 1945
i cancelli di AUSCHWITZ furono abbattuti........
LORENZOVICINO
ABISSI dell' ANIMA
(per non DIMENTICARE)
(Atrio Scuola Media Gino Rossi Vairo )
AGROPOLI (sa) Italy
27 GENNAIO 2012
Lorenzo Vicino ha inteso con la presentazione di una sua composizione artistica, non a caso in un Istituto Scolastico, degna sede dell’apprendimento e della formazione delle prossime generazioni , partecipare attivamente a quanto la società civile non soltanto della nostra nazione ha deciso di consacrare: il 27 gennaio, data-simbolo ufficiale istituita per legge del 20 luglio 2000 per la commemorazione della Shoah. E’ il Giorno della Memoria, in cui si ricorda l’abbattimento dei cancelli del lager nazista di Auschwitz nel 1945.
L’artista si serve anche in questo caso di vernici sintetiche e di diversi materiali, dal blocco cementizio al metallo, per comunicare la sue emozioni, in quanto si ritiene nel proprio ambito di lavoro e di passione un testimone sempre presente di significative esperienze che hanno modellato la nostra sensibilità . Nel quadro su tela, che rappresenta il cuore della composizione, il colore nero assume con pennellate di diverso spessore l’articolazione di una realtà drammatica caratterizzata da forme umane, che, insolitamente protagoniste nella dialettica informale dell’artista in cui ora si affermano, fuoriescono da una dimensione di sterminio, tenendosi per mano in una tragica vicenda comune che continua a trasudare sangue, come esprime il colore che cola sulla tela e fuoriesce dai blocchi. Il loro urlo di angoscia che si trasforma in larghe macchie grige che coprono parte dello spazio-tempo che vi è rappresentato, è mitigato appena da piccole oasi di colore verde e blu, in cui l’artista continua a scorgere i segni di una speranza e di un cosmo che a questa si unisce nel diffondere gli echi di una somma iniquità contrastante drammaticamente con la naturale tendenza all’equilibrio ed all’armonia tra le parti che lo compongono, non escluso l’uomo.
La lezione della storia, l’unica ad insegnare veramente i valori del progresso umano e civile, continua in questo giorno, un giorno per non dimenticare la persecuzione dei cittadini ebrei e di chi subì le deportazioni, la prigionia e la morte, ma anche coloro che, a rischio della propria incolumità, si opposero all’orrore e allo sterminio, dando rifugio ai perseguitati; coloro che hanno scelto di non girarsi dall’altra parte, che si sono ribellati in quanto coscienti che anche il solo “restare indifferenti” li avrebbe resi complici della Shoah.
A differenza dei martiri essi spesso sono caduti nell’ombra e talora persino dimenticati. Ma rappresentano concretamente l’altra metà di una realtà, che l’artista ha inteso sintetizzare in un piccolo gruppo scultoreo , che raffigura un uomo che tende le mani ad una donna in ginocchio, il cui gesto viene caricato dell’intenso significato della solidarietà che non contempla risparmi ma si offre in tutta la sua potenzialità fino al rischio della condivisione del martirio.
E’ il bene di cui essa si nutre a muovere i cuori , anche i più indifferenti, degli uomini, ed a sradicare strutture che sembrano inespugnabili; come le recinzioni del campo di sterminio che, interpretate da lucenti tubi in alluminio che sembrano anch’essi partecipare alla comunicazione catartica dell’evento che hanno vissuto, vengono aperte e contorte dall’intervento liberatorio, lasciando ampi varchi non solo per la salvezza dei superstiti ma per una partecipe osservazione, contemplazione e meditazione, madre di un imperituro ricordo.
Antonio Capano
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