testo a cura di Gilda Da Pozzo
Nei primi anni Settanta dopo la Pop Art Americana e l'arte del Corpo degli artisti viennesi, dopo tutti i Concettualismi, compreso quello analitico e la Minimal Art, il Moderno termina la sua corsa in progress e declina. Nell'incertezza del post-moderno alcuni artisti cominciarono ad utilizzare le nuove tecnologie di videoregistrazione, come il Port-pack della Sony ed in seguito con altri strumenti, migliorati nell'immagine e con il colore. In quegli anni con le reti televisive ancora in bianco e nero, interessati collezionisti iniziarono a formare le prime raccolte di video art che, a dire il vero, molte di quelle opere non erano altro che normali documentazioni: riprese in video di azioni artistiche progettate e realizzate nel reale. Queste osservazioni critiche, potrebbero essere estese anche alle video-installazioni con un eccesso di tecnologia e programmi digitali, i quali limiterebbero la definizione di opera d'arte. Nell'anno corrente 2013, alcuni artisti si apprestano a presentare le loro video-opere on line, presso il sito internet dell'Art Web Gallery. L'intento condiviso da tutti è quello di far conoscere le proprie opere ad un grande numero di colti osservatori, anche loro positivamente interessati al divenire dell'arte Contemporanea nell'area del mediale.
Se a prima vista l'opera in video di Federica Peyrolo sembrerebbe kitsch, l'immagine bene impostata ed una certa eleganza nell'azione la riscatta artisticamente. Questo avviene con la pertinenza dell'inno di Mameli con il trittico-bandiera dal titolo INNOcenza. La musica non sua, in questo caso non è impropria, non viene usata per sostenere o per abbellire la propria opera, qui diversamente è funzionale e ben inserita dentro la struttura linguistica del video.
L'opera Second Malibù Mermaid si nutre e si forma sulle immagini di un vecchio video degli anni Cinquanta, elaborato con diverse tecnologie dall'artista Carlo Giuseppe Zuozo, il quale privilegia le interferenze e le sovrapposizioni formali. Rilevare nell'opera delle tracce Pop è giusto per il prelievo di immagini già esistenti, anche se il clima spensierato e consumista è ormai lontano. I contenuti inaspettati indicati dall'autore sembrano tutti interni al significato, parlano in maniera evidente di un tempo passato, la nostalgia di un giorno di vita lontano ed irripetibile. Guardando con più attenzione e riflettendo sull'immagine femminile e l'onda del mare, la verità finale è definibile nel simbolico, anche se questo giudizio potrebbe essere diverso dalle intenzioni artistiche dell'autore.
Il video Percorso#007-0308 di Igor Imhoff è un sogno dell'artista, una sua aspirazione al magico; i piccoli disegni sulla pagina bianca sono immobili, forse potrebbero animarsi e vivere una loro vita autonoma come fece il burattino di Collodi. Oggi è possibile animare un disegno, e l'artista realizza il suo desiderio creando con le tecnologie un micro-mondo sotterraneo, dove insetti umanizzati sono in movimento, si cercano e si nascondono nell'atmosfera quieta del prediurno. La colonna sonora ed i rumori creati dall'autore, si armonizzano bene con i movimenti dei graffiti dai colori morbidi e crepuscolari.
Il video di Marcello Piva Self portrait ha delle immagini che fanno ricordare la serigrafia, con i gialli intensi e il magenta strisciato, dove in momenti alternati appare il volto dell'autore in stile Andy Warhol. Il video scorre e sobbalza in verticale come una vecchia pellicola del cinema underground. Passa rapidamente come la carrozza di un treno in corsa, è un viaggio visivo e sonoro scandito dalla presenza e assenza dell'autore.
Caterina Genta nel suo video Alice, cerca di penetrare con il suo corpo nell'universo del virtuale. Si piega e ci prova, con le mani sul pavimento a carponi e movimenti lenti, spera di essere risucchiata dall'obiettivo della videocamera, per approdare nello spazio interno dove troverà un nuovo Paese delle Meraviglie, anche se questa volta sarà in digitale. La piccola telecamera riprende tutta l'azione: le mani e le gambe, le scarpe con tacco alto, tutto registrato in primo piano. A fine opera, anche la performer raggiunge un risultato esponendo il video on line all'Art Web Gallery che, per le sue qualità artistiche, le viene consigliato di essere più descrittiva, anche se la futura opera mediale sarà concettuale o minimalista.
Emilia Maria Rebuglio, dopo una lunga permanenza nell'arte Moderna come scultrice, per curiosità iniziale ed interesse artistico successivo, dal 2005 si cimenta con il computer e alcuni programmi digitali. Passata culturalmente nel Post-moderno, l'artista oggi presenta all'Art Web Gallery la sua opera in video Frammenti,
un'opera in stile astratto, dove forme filamentose, si muovono lentamente dentro uno spazio senza gravità. Dai suoi ricordi d'arista, fa emergere dei residui formali, avvicinando l'opera in video al Surrealismo astratto. La musica digitale proveniente dal profondo ha lo scopo di armonizzare il movimento della gradevole composizione artistica.
Mandra Stella Cerrone presenta on line il video Love is a confession,con lo schermo diviso in tre immagini, un trittico dove la performer è ripresa in tre posizioni ed è in piedi con un lungo vestito bianco. In questo inizio concettuale dove esaspera l'immobilità, un braccio molto lentamente si muove verso l'alto al limite della percettibilità. Anche in questo aspetto del video, l'artista conferma una sua ricerca della minimalità espressiva, che ci sorprende positivamente nel finale, con l'irrompere improvviso nella scena della sonorità. I video presentati annualmente nella rassegna Onda Mediale, sono una libera espressione nello stile e nei mezzi utilizzati; è una convivenza nelle diversità, dove è possibile generare uno scambio di idee utili per nuovi stimoli creativi, espressi con un linguaggio artistico in video, compatibile e funzionale con le Reti internet di comunicazione globale.
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