Inaugurazione 3 settembre 2011, ore 18
dj set Fabio Carbonara
MODA E DECOSTRUZIONE
Bottega, come contenitore di prodotti ricercati. Luogo di incontro, scambio e interazione, contro la logica della vendita a tutti i costi.
Yooop, come “ e risuona il mio barbarico yooop sopra i tetti del mondo”, da L’Attimo Fuggente di Peter Weir. Secondo il dizionario dello slang urbano, la parola yoop indica un suono onomatopeico di entusiasmo.
Ma Mrs Yoop è anche una gigantessa della saga di Oz, un particolare tipo di strega, la Yookoohoo, l’ Artista delle Trasformazioni.
Lo spazio bianco di Bottega Yoop è l’ideale per le metamorfosi. I sogni di plastica di Melissa, che mettono ai piedi creazioni di Zaha Hadid, l’archistar che ha progettato il MAXXI di Roma. I gioielli di Lorilò, che nascono da operazioni di recupero in flea-market e cassettoni in soffitta, dando nuova vita ad oggetti dimenticati, laccando di bianco vecchie chiavi di porte segrete. I vestiti di Malloni, che scompongono le linee sartoriali intorno al corpo, e scompaginano la tradizionale semantica dei capi d’abbigliamento. Gonne a pieghe con cerniera da istitutrice punk, tubini color ghiaccio con cuciture-scultura, volumi che creano armature, che si sciolgono subito dopo in linee fluide.
Bottega Yooop propone vestiti che vanno profondamente d’accordo con lo spirito dei tempi. Vestiti decostruiti per l’epoca della decostruzione, ovvero l’ultimo grido della filosofia contemporanea. La decostruzione smonta la logica classica che oppone il vero al falso, e mostra l’assenza di senso delle coppie oppositive bianco/nero, maschio/femmina, bello/brutto. Perché la verità (o lo stile) sta nel sottile tratto che li divide.
DIAMONDS AND RUST
Ruggine -Penna di velluto
Lecca il livido - Inchiostro e fango
_Rapido _Colpire la memoria riscrivere la storia
Africa Unite
La ruggine è uno dei segni del tempo. Emblema del divenire, della trasformazione, del movimento incessante del cosmo, dei passaggi di stato. Nulla sfugge al grande torrente universale, né la carne dell’umana bellezza, né il ferro, che costituisce il nucleo incandescente del pianeta Terra. Silvia Anselmi eleva la ruggine a supremo tocco stilistico, poiché l’ultima rifinitura alle sue installazioni di fil di ferro è data dall’esposizione agli agenti atmosferici. Ciò che corrode e rovina diventa il colpo di lima che aggiunge fascino. Le opere di Silvia Anselmi si collocano in un territorio instabile in cui il tratto lineare del disegno si fonde con la scultura tridimensionale. La corrosione del ferro, simbolo di durezza e invulnerabilità, avviene ad opera degli elementi più morbidi ed eterei, l’acqua e l’aria. E così l’arte, supporto della memoria, dimostra come le cose non cadano mai nel nulla definitivo, ma continuino ad esistere anche quando scompaiono dall’orizzonte degli eventi.
Luiza Samanda Turrini
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