OPENING 16 settembre h.18
dj set a cura di Fabio Carbonara
Giuseppe Polverari assembla spirali metalliche, aste di ferro, ampolle di liquido azzurro, basi di ferro ossidato, come se fossero le strutture di un laboratorio alchemico. Da una parte una singola foglia, dall’altra un cumulo di lacerti colorati, che ricorda le installazioni di Gonzales Torres su vita, morte e dissoluzione. Quel ciclo continuo che accomuna piante, animali e uomini, “affratellandoli”, trasformandoli in continuazione gli uni negli altri. Il titolo dell’installazione, Il Cantico delle Creature, cita Francesco da Assisi, ma rimanda anche alla natura ondulatoria dell’energia, che unisce e disgrega, come un perpetuo canto che continua a ripetersi. Polverari utilizza la semiotica dei composti chimici. Il solfato di rame è uno dei primi anticrittogamici utilizzati dall’uomo, come profilassi vegetale contro le malattie. L’ acido formico è una sostanza corrosiva sintetizzata dalle formiche per difendersi dai pericoli: lo spruzzano spesso sui corvi, e i corvi hanno imparato a utilizzarlo per liberarsi dai parassiti. L’uomo invece impiega l’acido formico per bloccare i processi di fermentazione, come conservante ed antibatterico. L’acido ossalico, potenzialmente velenoso per l’uomo, viene usato come antiruggine, per sbiancare, e stabilizzare. Nell’installazione viene collegato a tre olive in putrefazione, alludendo al ciclo di morte e rinascita che intercorre fra frutto e seme. Il ferro collega l’essere umano al cosmo. Fondamentale nel metabolismo umano per il trasporto dell’ossigeno nel sangue, è presente in forma fusa nel nucleo della terra, e ha dato il nome latino alle stelle, sider. Il ferro ha sancito la nascita della civiltà, dell’agricoltura su vasta scala e della guerra.
Polverari inserisce all’interno dell’opera un elemento imprevedibile, un passero vivo, emblema del primo incontro che si può avere da bambini con un animale selvatico.
Vegetale, animale, umano, tutti i regni sono contemplati in questo cantico. Dai fondamenti basali della chimica, fino all’astrazione delle geometrie dell’uomo. Dalla duplicazione delle arti, alla vita in presenza. Il criptico concettualismo de Il Cantico delle Creature di Giuseppe Polverari serve a denunciare l’insufficienza della speculazione scientifica a decifrare il mondo e i suoi sistemi. L’unico codice percorribile è quello dell’interconnessione di tutte le cose, dentro la natura delocalizzata del canto.
Luiza Samanda Turrini
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