Il est mort, le bel Adonis!
Pleurez! Pleurez!
Il se meurt, le bel Adonis!
Pleurez! Pleurez!
Il descend les noires portes.
Tout ce qui est beau L’hadès morne
L’emporte. Renseverz les torches.
Eros! Pleurez!
(E’ morto il bell’adone!Piangete!Piangete!Muore il bell’Adone!Piangete!Piangete!Scende alle nere porte. Tutto quel ch’è bello il tetro Ade rapisce. Rovesciate le torce. Eros!Piangete!)
Le martyre de Saint-Sèbastien
Gabriele D’Annunzio
Così canta il coro nel sesto atto del dramma d’annunziano “Il martirio di San Sebastiano” opera che, con le sue parole, dipinge Sebastiano come un "favorito" dell'imperatore proponendo una visione “nuova” della figura del Santo/soldato anche se non esistono,nell'agiografia, accenni ad un preteso rapporto fra lui e un imperatore come quello inscenato da Derek Jarman nel suo film Sebastiane, che probabilmente prende spunto proprio dal martirio dannunziano e fa poi esplodere l'idea nell'immaginario gay. Dicotomica nel suo incedere, questa collettiva analizza le dimensioni contrastanti del banale verso l’ elegiaco, del trash verso il raffinato, del pop verso l’aulico, del feticismo verso l’amore, della vita verso la morte, per condurci ad una dimensione di credenza intesa come “ stadio dell’azione mentale, regola per l’azione che influenza il pensare futuro e la cui applicazione comporta ulteriori dubbi per cui, nel medesimo tempo in cui si consolida come punto d’arrivo, essa rappresenta anche un nuovo punto di partenza per il pensiero stesso” ..un pensiero che ci permetta di, parafrasando l’Adorno “Poter essere diversi senza paura”.
CHIARA MESSORI
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