Via Roma 32 - Castelnuovo di Porto, RM
Silvia D’Amato afferma.
Afferma Qualcosa di sé. Ma ci dice Tutto.
Dosa elementi di cui si serve nella pittura e nel far questo ci schiude mondi fantastici.
L’artista romana, classe 1974, si affaccia sulla tela dipingendo scenografie oniriche nelle quali ogni spettatore è chiamato a perdere e insieme a ritrovare un po’ di se stesso.
Silvia dipinge usando il colore come parte integrante della struttura del quadro, piegando l’esigenza espressiva personale a quella della materia che preme per manifestarsi.
Le campiture di colore, le sfumature, gli inserti tridimensionali diventano finestre sulle emozioni di chi li usa.
Ogni tanto Silvia lascia qualche traccia, più riconoscibile, più familiare. Una canzone, stralci di poesie.
La sua scrittura è un’ intervento forte, asseverativo, un “ci sono!” qui e ora, traccia di chi passa e lascia indietro un segnale. L’autrice unisce la grafia al mondo che la circonda, a paesaggi dell’anima: case e città affiorano appena, in secondo piano rispetto alle parole dell’artista, come un ricordo che vagamente le accompagna, delicate e leggere come l’intenzione di chi le esprime.
Senza fare rumore.
Così ci vengono incontro questi lavori. Si calano nel nostro quotidiano senza trauma fatti per essere d’accompagnamento o per fare luce nel nostro nido. Meglio se esposto a ovest, per ricevere i raggi solari al tramonto, quando l’artista è solita dipingere.
A ricordarci che ognuno può avere una sua finestra su un mondo da sogno le opere lavorano in una dimensione intimista quasi familiare come squarci su un mondo che riesca, anche per poco, a distrarre la nostra attenzione verso un altrove rassicurante.
Fabrizia Bettazzi
NON BASTA APRIRE LA FINESTRA
Fernando Pessoa
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.
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