I cromosomi sessuali sono una delle 23 coppie di cromosomi omologhi umani. Il cromosoma X ha un’alta densità genica: rappresenta circa il 5% del DNA nelle cellule della femmina dove è presente in duplice copia.
Per dimensione, si tratta dell’ottavo cromosoma umano.
La coppia di cromosomi XX determina il sesso femminile.
Il cromosoma X è più grande e contiene numerosi geni non presenti sul corrispondente cromosoma Y, presente solo maschio.
Lunghezza cromosoma X: 154.913.754 bps.
L’identificazione da parte della medicina dei geni presenti su X è tuttora in corso.
L’identificazione da parte di Exilentia Exiff della dignità devastata dell’archetipo della donna è tuttora in corso.
eXiff è un chirurgo. Incide meticolosamente l’epidermide della creatura donna, dalla quale rimuove personificazioni leziose, estirpando tumori mediatici. Sutura alla fine con la metafora fotografica la forza fondamento di tutte le femmine, il potere tacito, presciente e viscerale. Si diverte in questo gioco, perchè sa di non inciampare mai nell’anima.
eXilentia è un’archivista. Cataloga la concezione e la percezione femminile. Ricerca contesti asettici, depura i simulacri costruiti nei
secoli sulle donne. Interroga sbalordita le categorie sociologiche, quelle strane strutture approvate collettivamente come la normalità. Ride.
Dopo spolvera i dogmi visivi che si contorgono sopra il corpo della femmina ancestrale, quell’antico seme rosa generatore di Eva.
Quel guscio di carne e psiche che sembra ormai dimenticato, ma che urla dall’incoscio collettivo del gentil sesso d’acciaio. Non vibra dalle bocche lascive, bensì dalle ovaie lattiginose, dal monte di venere sferico, dagli sterni asfissiati, stanchi.
“My name is woman.
Obviously it is so. I have no intention to change name just before death.
I have loved and wept, given birth and died.
I am the ancestress – I am a grandmother.
I was always more woman than person and now nothing will change that”
eXilentia eXiff, “Femininity is a painful characteristic”
eXilentia eXiff spaventa il genere.
Il genere maschio, il genere femmina, il genere umano.
Mostra la realtà, ma quella avanti Cristo.
L’umanità nel tempo ha ammassato in un angolo la totalità della vita, le differenze, le anomalie, le buche profonde.
Oggi, desidera vedersi soltanto sotto la luce simulatrice dell’immortalità acre della carne.
E pretende di far passare la sua paura per canone di bellezza.
Per non dover più vedere che la creazione di Dio non è perfetta.
Che sbava mortalità con il passare del tempo.
Dopo clitoridectomia e nevrotici roghi/spettacolo in piazza, ha tatuato anche la colpa della fine sulla donna, culla della vita per struttura
biologica, ma angoscia incubatrice di morte al primo cedimento di bianca pelle.
Per questo la donna non esiste più. La sua natura è saccheggiata, devastata, sovraccaricata. I territori spirituali bruciati, i cicli naturali costretti a diventare ritmi innaturali per compiacere gli altri.
La sua pelle rugosa è specchio dell’anima.
La femminilità, ieri, oggi, domani, deve essere una caratteristica dolorosa.
“Forgive me, for existing.
Come to me! I will tell You about how your life would be,
were it not for me.
You will be glad.”
Clarissa Tempestini
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