Sometimes I wish I could swallow up all the existent words
Mostre, Prato, 07 October 2011
A partire da venerdì 7 Ottobre 2011, Magazzino 1B ospiterà la prima mostra personale italiana dell’artista svizzero e italiano Andras Calamandrei - Sometimes I wish I could swallow up all the existent words. Il titolo del progetto rimanda alla continua tensione che Calamandrei propone fra l'incontenibile materia dell'esistente e il desiderio di ridurla a una tassonomia.
La mostra è un insieme organico composto da diversi elementi quali la fotografia, la scultura, il quadro, legati da una finalità unica. Nello spazio ci accolgono grandi e piccole tele, sulla superficie delle quali oggetti - parti di immagini fotografiche di un immenso archivio - riemergono come concrezioni. Le tele sono bianche di piccole e grandi dimensioni con immagini ricamate. Volumi, emersioni dallo spazio della memoria fotografica, che trovano un'altra materia fatta di fili intrecciati e che galleggiano su uno spazio astratto e minimale dove l'oggetto – che ha perso la contingenza del mondo che lo circondava - trova una nuova possibilità di esistenza. Le tele e gli oggetti che rappresentano sono una nuova tassonomia esistenziale; denunciano la scelta di frammenti significativi che diventano sintesi e simbolo.
L'archivio da cui tutte le immagini sono tratte è Hermes uno sguardo fotografico all'esistente, un lavoro in progress cominciato nel 1999 con una macchina fotografica analogica e continuato dal 2011 con una digitale. Hermes raccoglie le vedute, i particolari della vita, gli spazi attraversati, gli incontri. In mostra sarà presentata un'ampia selezione di immagini, oltre 300 (il lavoro è composto da più di 500 immagini), proiettate in uno slideshow che lentamente ci sommergerà di geometrie, colori, storie. L'immagine fotografica che Calamandrei presenta è inclusiva del mondo e dell'esperienza che l'artista ne fa e, allo stesso tempo, tecnicamente di alta qualità. La formazione fotografica di Andras Calamandrei fa dell'inquadratura, del punto di vista, dell'organizzazione dello spazio, una cifra stilistica chiara.
I due lavori – l'archivio fotografico e la sua riduzione a oggetto ricamato – sono strettamente legati fra di loro, l'artista narra di tutte le immagini possibili che si fissano nella memoria, un eccesso di percezione, un enorme archivio su cui ritornare per lasciarne emergere solo pochi piccoli e bianchi particolari. La dimensione autobiografica ed errante (Calamandrei ha vissuto in molti luoghi del mondo, negli ultimi anni l'Argentina) la ricerca di radicamenti, il desiderio di nominare e dare forma all'anima delle cose è anche il tema dell'installazione che sarà presentata. Rami spinosi, radici galleggianti che troveranno una collocazione.

Commenti 2

Associazione Roberta Smedili
13 anni fa
un grandissimo in bocca al lupo
Rossella Santoro
13 anni fa
Complimenti e in bocca al lupo :)

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