…this is my dog!
Prosegue la personale Domenica 2 Marzo 2013 alle ore 18, presso il ristorante “La Vecchia Forlì" Via Maldenti, 1, 47100 Forlì, la rassegna “3 X 20, una mostra artistica che vede 3 artisti in 3 locali diversi.
La mostra personale di Davide Lazzarini, founder dell’Officina del Riciclo, ha come titolo “…this is my dog!” e svilupperà il tema dei rifiuti abbandonati e trasformati in arte attraverso un percorso fotografico, supportato da sculture antropomorfe di materiali riciclati.
Questa è la ottava esposizione personale dell’artista romagnolo che vanta diversi riconoscimenti in ambito nazionale e che approda ora in tre storici locali in terra di romagna.
Da scultore dell’inanimato riciclando materia non vitale in opere con una propria anima, da qualche tempo l’artista ha affiancato all’arte scultorea anche l’arte fotografica, traendo ispirazione dai meandri della fantasia, dall’irrealtà, e della curiosità dell’effimero.
La mostra è a cura di Marco Viroli e Federica Pasini.
Tutte le informazioni aggiornate su www.offinicadelricilo.it
TESTO CRITICO
…this is my dog!
L’antropomorfismo di Davide Lazzarini sembra arrivarci dal futuro e più precisamente da Marte.
La genialità dell’artista sembra chiudere il grande ciclo delle istallazioni rauschemberghiane di rifiuti che portava ad una grande polemica della società, la contemporaneità porta fotografie speculari a creare un’immagine altra, all’entrata del crogiolo della fantasia insegnataci dai folletti che popolavano i boschi dei pittori tedeschi del ‘500 e penso alle minuzie del grande Durer, per poi passare alle varie interpretazioni fantasiose artistiche delle mitologie nordiche… questo troviamo nell’Officina del Riciclo.
Dall’immensa cultura del nostro artista nascono fantasie insperate, agognate ma insperate… allora i rifiuti divengono preziosi oggetti di oreficeria ed i nostri pensieri prendono il coraggio dei sogni, sogni ad occhi aperti. …coraggio… è il coraggio di bambino che si risveglia in noi, che ci soffermiamo a cambiare punto di vista, persi nelle immagini antropomorfe offerteci dall’artista. …abbacinazione dello sperdersi nei meandri di una fantasia remota, risvegliata che ci proietta in universi vari, eventuali, vaghi, nell’onnipresenza dell’irrealtà, della curiosità, dell’effimero confessataci dai meandri dell’essere insperato che vive tra le pieghe dei quei 21 grammi, unico peso permesso, di ciò che chiamiamo anima.
Federica Pasini
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