Figure del silenzio – personale di Mario D’Amico
L’enigma dell’ora – personale di Alfredo Di Bacco
Si svolgerà a Piacenza, dal 3 al 14 maggio 2015, presso il Complesso museale "Ricci Oddi", in via San Siro, 13, la seconda parte del Progetto "Dramatis Personae. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea", articolata in tre spazi distinti e in tre diverse mostre parallele (nella Sala Franco Fervari e nelle due ali del Salone d'Onore), e organizzato da Zamenhof Art di Milano, in collaborazione con gli Amici dell'Arte di Piacenza, a cura di Virgilio Patarini. Catalogo Editoriale Mondadori.
Queste le tre mostre parallele, nei tre diversi spazi contigui: la personale di Mario D’Amico intitolata “Figure del silenzio”, la personale di Alfredo Di Bacco intitolata “L’enigma dell’ora” e la collettiva tematica intitolata "Dramatis Personae. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea" che raduna tre opere ciascuno di nove differenti artisti: Simone Boscolo, Tiziana Buschettu, Valentina Carrera, Davide Ferro, Gabriella Mingardi, Nino Ninotti, Tomie Nomiya, Luigi Ratti
Il vernissage di INAUGURAZIONE si svolgerà domenica 3 maggio, alle ore 17, con una presentazione critica della mostra a cura di Virgilio Patarini a cui seguirà rinfresco.
Il progetto editoriale e la relativa mostra sono già stati presentati con successo di pubblico e di critica a Ferrara, al Palazzo della Racchetta e a Torino, alla Galleria 20, nella seconda metà del 2013. Al termine dell’esposizione piacentina nel mese di luglio la mostra sarà portata a Milano, in tre gallerie sui Navigli, in concomitanza con l’EXPO. Nel gennaio 2016 la mostra approderà a Napoli, a Castel dell’Ovo.
La mostra sarà visitabile dal 3 al 14 maggio 2015 tutti i giorni dalle 16 alle 19. Lunedì e martedì chiuso.
Ingresso libero.
Qui di seguito uno stralcio della presentazione critica del progetto
e due stralci critici delle mostre personali
PRESENTAZIONE CRITICA: PERSONE E PERSONAGGI
(dall’introduzione del Catalogo “Dramatis Personae”, a cura di V. Patarini, Editoriale Mondadori, 2013, pagg. 9 e 10)
(…) La cosa che accomuna le opere selezionate per questo progetto espositivo ed editoriale è la presenza della figura umana. C’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o che affiora sulla superficie: un volto, un corpo umano, talvolta più di uno.
Poi, per il resto, è una ridda ubriacante di stili diversi, tecniche diverse, diversi linguaggi e diversissime poetiche. Per non parlare degli scarti generazionali e del gap di esperienze e curricula che separano tra loro gli artisti qui radunati: si va dal giovane fotografo quasi debuttante, con pochissime mostre alle spalle, al pittore veterano che sulle spalle ha più di mezzo secolo di onorata carriera, dall’artista con un curriculum di respiro regionale o locale a quello con un’impressionante sequela di mostre internazionali. E poi fotografi accanto a pittori. E pittori che spaziano dall’iperrealismo alla pittura tonale, all’espressionismo, alla metafisica.
Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia anche dell’altro che accomuna le opere qui presentate (…): ciascuna di queste umane presenze infatti evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio.
“Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela, fissato sulla pellicola o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, tutti i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, tutti i momenti passati.
“Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera.
E fare di un quadro, una foto o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo. (…)
Virgilio Patarini
“Figure del silenzio” Mario D’Amico
Mario D’Amico ci racconta una città metafisica pervasa di una luce endogena dai colori pastello. In un dedalo di grandi edifici squadrati e senza nome affiorano figure del silenzio: figurine apparentemente anonime, ma in realtà vive e giocose, sovrastate da una città allegorica che incombe, fantasmi in una città fantasma s’incontrano e dialogano senza parole, e senza proferir parola ci rivelano qualcosa del nostro vivere quotidiano, forse l’essenza.
Virgilio Patarini
“L’enigma dell’ora” Alfredo Di Bacco
Nelle tele di Alfredo Di Bacco si manifestano figure enigmatiche e simboliche: affiorano alla luce della nostra coscienza da una dimensione mitica in cui il tempo appare sospeso. Hanno tra le mani oggetti e sembrano compiere azioni misteriose, in bilico tra l’essere rebus da decifrare o epifanie rivelatrici.
Virgilio Patarini
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