"Dramatis Personae" parte seconda e "Vie Italiane all'Informale"
Inaugurazione sabato 11 luglio alle 17.00 in Alzaia Naviglio Grande 4
Le mostre a cura di Virgilio Patarini, si svolgeranno allo Spazio E, Spazio E2 e Spazio Libero 8 e saranno visitabili dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 11 alle 19. Ingresso libero
Dramatis Personae – parte seconda a Milano, collettiva “Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea”
Spazio E, Alzaia Naviglio Grande 4
Opere di:Simone Boscolo, Tiziana Buschettu, Ivan Cangelosi, Davide Ferro, Gabriella Mingardi, Luigi Ratti
PRESENTAZIONE CRITICA: PERSONE E PERSONAGGI
(dall’introduzione del Catalogo “Dramatis Personae”, a cura di V. Patarini, Editoriale Mondadori, 2013, pagg. 9 e 10)
(…) La cosa che accomuna le opere selezionate per questo progetto espositivo ed editoriale è la presenza della figura umana. C’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o che affiora sulla superficie: un volto, un corpo umano, talvolta più di uno.
Poi, per il resto, è una ridda ubriacante di stili diversi, tecniche diverse, diversi linguaggi e diversissime poetiche. Per non parlare degli scarti generazionali e del gap di esperienze e curricula che separano tra loro gli artisti qui radunati: si va dal giovane fotografo quasi debuttante, con pochissime mostre alle spalle, al pittore veterano che sulle spalle ha più di mezzo secolo di onorata carriera, dall’artista con un curriculum di respiro regionale o locale a quello con un’impressionante sequela di mostre internazionali. E poi fotografi accanto a pittori. E pittori che spaziano dall’iperrealismo alla pittura tonale, all’espressionismo, alla metafisica.
Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia anche dell’altro che accomuna le opere qui presentate (…): ciascuna di queste umane presenze infatti evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio.
“Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela, fissato sulla pellicola o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, tutti i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, tutti i momenti passati.
“Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera.
E fare di un quadro, una foto o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo. (…)
Virgilio Patarini
Vie Italiane all'Informale, allo Spazio E2, Alzaia Naviglio Grande 4 (primo e secondo cortile) e Spazio Libero 8, Alzaia Naviglio Pavese 8
opere di: Maurizio Carpanelli , Valentina Carrera, Antonio Cogliano, Dusap (Flavio Dusio), Serena Fauttilli, Feofeo (Federica Oddone), Caroline Gallois, Virgilio Patarini, Antonio Perilli, Mariangela Tirnetta, Flavio Zoner
PRESENTAZIONE CRITICA: Dal gesto all’emozione
C'è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l'efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c'è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un'opera d'arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge "mentalmente" in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell'epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore il nostro corpo partecipa dell'azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono "in potenza" la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue "in nuce" la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l'emozione...
(da "La via italiana all'Informale", a cura di Virgilio Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2012)
http://www.zamenhofart.it/
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