Si inaugura sabato 14 novembre 2015 alle ore 17 allo Spazio E, Alzaia Naviglio Grande, 4, la mostra personale di fotografia di Leopoldo Bon intitolata “Dalla Percezione all’Allucinazione”, a cura di Virgilio Patarini e organizzata da Zamenhof Art.
In esposizione una selezione della ricerca svolta in campo fotografico dall’artista triestino negli ultimi anni, protesa ad individuare nel dettaglio del reale fotografato immagini surreali e oniriche, proiezioni di un inconscio visionario, talvolta superando anche i limiti ortogonali del consueto supporto fotografico attraverso contorni curvi ed ellittici che possono ricordare la silhouette di nuvole disegnate.
La mostra proseguirà fino al 27 novembre, visitabile tutti i giorni dalle 15,30 alle 19, ad ingresso libero. Chiuso il lunedì
Qui di seguito una nota biografica e una critica.
Nota critica
La ricerca, all’interno delle pieghe del reale, di un mondo onirico, visionario, immaterialmente astratto, sembra essere al centro della ricerca fotografica di Leopoldo Bon.
Immagini solo apparentemente astratte ci accolgono mostrandoci un mondo che sembra essere nato da un subconscio di cui si è impadronita l’allucinazione e si evolvono calamitando la nostra attenzione su particolari inaspettati, schizzi di luce improvvisi, lacerti di realtà che sembrano volersi sottrarre di continuo alla nostra attenzione.
Quale stupore, invece, accorgersi che si tratta di particolari del nostro stesso mondo, incapsulato in un frame fotografico, estrapolato e isolato da quello stesso reale, quasi a farne un campione da esaminare sotto la lente indagatrice di un microscopio.
Leopoldo Bon ci pone di fronte ad una nuova verità che ci racconta di come siamo in continuo e minacciato equilibrio tra ciò che vediamo veramente e ciò che, invece, può nascondersi dietro l’oggetto della nostra visione.
Il fotografo-artista (e l’appellativo non è casuale se affidiamo al termine “artista” quella caratteristica semantica che lo vuole come un lettore e trasmettitore di un reale nascosto ai più) si affida a supporti innovativi che, nell’elemento lucido della materia, sembra voler far scorrere via lo sguardo ma solo dopo che questo vi si sia “dissetato” ed al tempo stesso vi si sia rispecchiato. Una ricerca che, prendendo avvio da una forma tradizionale, arriva qui a esiti di sorprendente novità con una morfologia del supporto e, quindi, dell’intera opera, che abbandona la geometrizzazione tradizionale, per esplorare in maniera nuova le possibilità offerte dalla tecnica.
Michele Govoni
Nota biografica
Leopoldo Bon, nato a Trieste nel 1950, si trasferì a Modena nel 1994 dove visse e lavorò fino al 2011. Dal 2012 vive a Monfalcone (GO) dove sviluppa a pieno titolo l’interesse per la Fotografia. I fattori che hanno indotto Leopoldo ad interessarsi di fotografia sono stati lo zio pittore informale, l’apprendimento in giovanissima età dell’uso della macchina fotografica indotto dal padre e l’attività di ricerca sperimentale sui meccanismi neurofisiologici del controllo oculomotorio e dei processi cognitivi. Si interessa di fotografia dal 1964. Dal 2009 ha realizzato mostre a Modena, Ferrara, Trieste, Roma, Bologna, Amburgo, Barcellona, Milano.
Ha pubblicato nel 2009 un catalogo dal titolo "Astrazioni: percezioni dello spazio" e nel 2013 un libro edito da Arte Stampa di Modena dal titolo "Watch and Image: Perceiving- Reflecting - Imagining ". Il libro in Italiano ed in Inglese è presentato dal prof . Dario Evola, è curato da Laura Marcolini e la grafica è di Elena Varesi. Sue fotografie si trovano in collezioni private.
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