Si inaugura sabato 7 maggio 2016 alle ore 18,00 alla MUEF Art Gallery di Roma, via Angelo Poliziano, 78b, la mostra bi-personale di pittura di Rosanna Pressato ed Elena Schellino intitolata “Sound of Silence”, a cura di Virgilio Patarini, con la collaborazione di Roberta Sole, Francesco Giulio Farachi e Maurizio Bedini. Organizzazione Zamenhof Art.
In esposizione nella vivace galleria romana situata a metà strada tra il Colosseo e via Merulana, una trentina di lavori astratti delle due artiste lombarde. La mostra proseguirà fino al 14 maggio, visitabile tutti i giorni dalle 17,30 alle 20, ad ingresso libero. Chiuso la domenica e il lunedì.
Qui di seguito una nota critica di presentazione della mostra e una breve nota biografica sulle due artiste
Nota introduttiva
NEL SUONO DEL SILENZIO
Rosanna Pressato e Elena Schellino in mostra alla Muef Art Gallery di Roma
Molte sono le somiglianze e molte anche le differenze tra queste due artiste lombarde. Per dirla con uno slogan chiastico, innanzitutto Rosanna Pressato è una pittrice che danza ed Elena Schellino una danzatrice che dipinge. E non si tratta di una metafora, ma semplicemente della loro storia, a partire dalla loro formazione: la Pressato ha una formazione da pittrice e scenografa e nel tempo è arrivata ad esprimersi attraverso la performance; la Schellino ha una formazione da danzatrice e dalle performance di danza è arrivata alla pittura. In entrambe, evidentemente, il gesto che produce un segno sulla tela è un movimento di danza: più libero e spontaneo nella Pressato, più “disciplinato” nella Schellino; più sacrale nella Schellino, più laico nella Pressato.
Diverso ma in qualche modo complementare è anche, a mio avviso, il loro rapporto col “Silenzio”.
Nella serie di tele che in una mostra precedente abbiamo definito “atti sciamanici” Elena Schellino parte dal bianco della tela, e dunque dal Silenzio, e su questo esegue la sua danza. Viceversa nella serie di quadri detti delle “parole sommerse” Rosanna Pressato parte dalle pagine dei libri, e dunque una fitta trama di parole, di segni e di suoni, e le cancella progressivamente col gesto del dipingerci sopra: muovendo dunque da un vociare indistinto al Silenzio.
Nel caso di entrambe poi, a prima vista le grandi tele dipinte potrebbero sembrare semplicemente dei classici esempi di Action Painting: Pittura Informale-Gestuale. Ma basta restare a guardare per più di due secondi che subito affiora la sensazione (o la percezione) che si tratti anche, o forse soprattutto, di altro. Innanzitutto nel caso della Schellino ci sono forme e figure ricorrenti che affiorano dal Silenzio, dal bianco della tela: cerchi e spirali. E poi la trama dei segni sulla tela è abbastanza precisa e rarefatta, il fondo è la tela bianca, come si diceva, e dunque è facile vedere, percepire, intuire, ricostruire la sequenza dei gesti che ha prodotto quei segni. Anche nel caso della Pressato è relativamente facile ricostruire la fitta trama di gesti che ha prodotto quella ridda di segni, ma per il motivo opposto: per il modo in cui ha cancellato il reticolo uniforme delle parole stampate che fa da sfondo.
Si tratta in entrambi i casi, comunque, per il fruitore, di una percezione non necessariamente conscia: più facilmente è il nostro “corpo” che istintivamente, “mimeticamente”, inconsciamente, intuitivamente “sente” la precisa sequenza di gesti che ha prodotto quella ben definita trama di segni. Se ne decifra non solo il disegno, ma anche la serie di movimenti che lo ha prodotto e in soprattutto in quale ordine. È il nostro corpo che decifra tutto questo e nel decifrarlo, quasi senza rendersene conto, ripete “internamente” quella sequenza di movimenti. Ed ecco che ci rendiamo conto che quei movimenti disegnano, nel caso della Schellino, una danza circolare, a spirale, che ricorda la danza ipnotica dei Dervisci Rotanti, ma anche i gesti di monaci che costruiscono pregando mandala o che pregando scrivono icone. Più liberi e sincopati i gesti e i segni conseguenti della Pressato. Ma in ogni caso di colpo tutto questo si rivela avere valenze che vanno al di là della pittura: valenze sacrali oltre che estetiche. Trascendentali.
Il segno sulla tela rievoca il gesto che lo ha prodotto e quel gesto è una danza sciamanica o laica che attraverso la ripetizione, il cerchio e la spirale oppure attraverso forme più libere e imprevedibili mette in relazione profonda il soggetto e l’oggetto, il dentro e il fuori, l’Uno e il Tutto, l’Uomo e l’Universo… E lo Spettatore di colpo diviene Attore. Colui che guarda diviene colui che ripete inconsciamente la danza che ha prodotto quello che sta guardando. L’Artista si fa Sciamano o Danzatore laico che trascina il Fruitore nella sua danza, in una mistica o semplicemente artistica fusione di testa, corpo, cuore. Nel suono del silenzio.
Virgilio Patarini
ROSANNA PRESSATO
Artista poliedrica ha lavorato e lavora come decoratrice, illustratrice e scenografa. Come pittrice scenografa presso Spazio Scenico (Mazzo di Rho) ha collaborato con Alberto Pizzarelli e Sergio Colliva lavorando per Tv, (Rai Mediaset), teatri ( Teatro alla Scala, Piccolo Teatro, Teatro Svizzero) e per l’Atelier Mendini
Dal 2003 conduce ricerche sul colore, sul rapporto tra musica e pittura . Questa sperimentazione l’ha portata negli ultimi anni a realizzare performance in Italia e all’estero tra musica e pittura e altre forme d’arte come la fotografia, la poesia e il teatro, cercando di creare tra queste un’esperienza sinestetica.
Ha fondato l’Associazione artistico culturale “Tra iride e anima” ed è direttore artistico dell’Atelier Sinestesie – Art Gallery, inaugurato l’11 novembre 2012 in via Dante, 20 a Como, un luogo dove vengono proposti percorsi d’arte figurativa e espressivo/informale in sinestesia con altre arti, e in particolare con la musica. Tra gli ultimissimi eventi performativi ed esposizioni ricordiamo: luglio 2014 Premio Il Segno, segnalazione Premio Lucio Fontana per l’opera più innovativa; Piacenza, dicembre 2014 Arte Fiera Piacenza; Milano, febbraio 2015 Spazi E, E2 e Libero 8 mostra Koinè 2015, poi a Piacenza nel marzo 2015, Complesso Architettonico Museale Ricci Oddi, e a Ferrara nel giugno 2015, Palazzo della Racchetta; poi a Roma, gennaio 2016, Muef Art Gallery e a Napoli, Castel dell’Ovo, febbraio 2016; a Sestri Levante nel luglio 2015 Cantiere M.A.T. “Mutazioni di un filo"; a Brienno, nell’agosto 2015, Lago di Como mostra personale, evento collaterale del Festival Terra&Acqua di Davide Van De Sfroos.
ELENA SCHELLINO
Ricercatrice, viaggiatrice, danzatrice, artista, transpersonal healer ELENA SCHELLINO nasce a Lecco nel 1971. Diplomata in Teatro Danza presso la Civica Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, prosegue gli studi nelle Terapie Espressive conseguendo il diploma di Danza MovimentoTerapia presso Art-Therapy Italiana e di Art-Psycotherapyst, GoldSmiths’ College Università di Londra. Dal 1996 ha esperienze lavorative di ricerca e di pratica nell’ambito del movimento con bambini e adulti sia in strutture pubbliche che private, in ambito creativo, educativo/preventivo e clinico. Da più di 20 anni segue un cammino personale di ricerca interiore e consapevolezza che la porta ad incontrare e ricevere insegnamenti ed iniziazioni da grandi maestri sia in occidente che in oriente, conseguendo diversi diplomi. Circa quattro anni fa inizia a rendere materia alcuni atti sciamanici utilizzando tele cristalli e colori immergendosi in una nuova forma d'espressione che la sorprende e la travolge ogni volta. Tiene incontri individuali e di gruppo di terapia Espressiva, Meditazione, Traspersonal Healing e Crescita personale a Lecco e Milano le due città dove vive. Tra le principali mostre a cui ha partecipato negli ultimi anni ricordiamo: nel 2011 Arte Accessibile presso la sede del sole 24Ore e l’evento fuori salone del mobile “Merci Beaucoup” allo spazio ex Ansaldo di Milano con “Radice Sonora” due installazioni collettive; nel 2012 partecipa a Palazzo Zenobio, Venezia alla collettiva “La Via Italiana all’Informale: ultime tendenze” a cura di Virgilio Patarini; nel 2014 partecipa a Ferrara Art Festival e al Piacenza Art festival nella collettiva Alma Mater Materia; nel 2015 riceve il Premio Guglielmo II – “Entità culturali a Monreale” e partecipa alle varie mostre del progetto “Koinè 2015”, progetto mostra itinerante tra Milano, Piacenza, Ferrara e Roma, ed espone al Ferrara Art Festival, a Palazzo della Racchetta di Ferrara con la mostra personale “Atti Sciamanici” a cura di Virgilio Patarini Nell’ottobre 2015 presenta “ Vibrazioni” una personale allo Spazio Libero 8 sui Navigli a Milano
Nel 2016 Partecipa a Roma alla Muef Gallery e a Castel dell’Ovo a Napoli alla collettiva Koinè – per un linguaggio comune dell’arte contemporanea
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