Il titolo dell’esposizione è uno sprono alle speranze, ai sogni, alla follia perché nulla è impossibile, basta volerlo.
Asdhe_Daniela Damiano è una donna poliedrica che trova nella scrittura e nella pittura una dimensione quasi alchimica in cui trovarsi. La sua arte nasce da un bisogno intimo ed indagando la fisica, la scienza ed altri campi nascono le sue opere, ricercate ed intricate nei tratti, una grane energia visiva. C’è uno studio attento e ricercato in ogni lavoro poiché la raffinatezza dell’accostamento tonale e la grinta che ogni opera trasmette rendono quest’arte suggestiva. Non nascono da un’idea prefissata, ma vengono fuori naturalmente le creazioni della Damiano e i colori sono l’esito dell’umore nell’attimo della creazione, quando l’opera d’arte è nata vuol dire che doveva esistere. Piccolissimi gesti ravvicinati o lunghe losanghe di colore intrappolano l’osservatore in una rete cromatica e tecnica sempre vivace dai cui emerge il frizzante animo si chi crea che sa ben districarsi sulla superficie alla stregua di grandi artisti e riesce a lasciare un segno importante nell’arte contemporanea.
Chiara Ciccone è ispirata dalla sua vita intima nella creazione delle opere astratte molto gestuali e ben inquadrate dai colori intensi che si dipanano sulla superficie. Chiusa, timida, intimista l’artista ha trovato nella pittura la sua valvola di sfogo, il suo primo mezzo d’espressione poiché tutto ciò che accade nell’intimo, in positivo e negativo, viene sprigionato ed imprigionato sulla superficie, nei tratti profondi della tela. I cromatismi sempre intensi sono scelti in base a ciò che l’animo detta prediligendo l’azzurro e l’arancio in un impeto grandioso, grandemente imperfetto e fervidamente accattivante. L’astrattismo è per l’artista la capacità di sintetizzare ciò che ha dentro al di là della forma precisa e ferma e le consente di celare ogni emozione come una danza in cui si assiste al volteggiare delle mezze punte e non si percepisce l’esplosione dell’animo del danzatore finchè l’applauso non si leva.
Carloluigi Colombo è un artista poliedrico che si avvale di tanti imput per dipingere. Tutto può fungere da stimolo che viene recepito, lasciato riposare e poi elaborato per la creazione. Opere differenti, in cui ricerca e riflessione consentono la creazione di spazi e forme dalle geometrie allargate, non sempre definite, consentono al colore di accasarsi e adagiarsi tra le linee. Lontano da una pittura di impatto Colombo è in grado di attendere anche anni prima di giungere alla definitiva creazione; stimolato dalla lettura dei libri d’arte vengono fuori le idee che a lungo sono custodite nell’animo e nella mente prima della finale creazione. Un’arte meditata e riflessiva lascia che i colori chiamino l’artista, disposti in fila si scelgono per la nascita sebbene siano prediletti i toni vivi, fervidi, intensi. Scarsamente utilizzato il nero poiché tende a rappresentare l’ignoto lo si ritrova nel tratteggio delle forme in cui i colori campeggiano dopo da protagonisti. Tanta pacatezza si palesa nella precisione delle forme, l’artista pare librarsi nella pittura e quell’aleggiare e quella leggerezza si percepiscono in tutta la rappresentazione che lascia l’osservatore come sospeso tra sogno e realtà in una dimensione surreale in cui godere magnificamente di una leggiadrìa cromatica e di tratto. Un’arte inconsueta e concettuale che serba la grandezza della diversità e il pregio di essere attenta, studiata e sapientemente inquadrata.
Simona Mancuso è un’esplosione di tecnica e colore, avvincente e travolgente la sua arte è una carica cromatica e tecnica considerevole. Da tele tagliate ad altre appesantite dalla materia, dai filtri in bustina del tè al dripping e al collage, è in continua sperimentazione la ricerca della Mancuso ed è un’arte travolgente dal punto di vista tonale. Si percepiscono le palpitazioni di chi crea in ogni squarcio, in ogni collagement, in ogni tratto e vibra anche l’animo di chi osserva in quel tripudio estetico. Non esistono opere pacate e sobrie, in tutte c’è la rapidità di una donna dinamica e l’entusiasmo di un’artista speciale che sperimenta e si differenzia per forza ed entusiasmo lasciando una grande carica vitale.
[.…]Non potrei dire chi sono, non ne ho la minima idea! Sono qualcuno che non ha origini, né storia, né paese e ci tengo! Sto qui, sono libera, posso immaginarmi tutto. Tutto é possibile. Non ho che da alzare gli occhi e ridivento il mondo.
Il cielo sopra Berlino, film franco-tedesco del 1987, regia di Wim Weneders.
Sede: Centro Culturale Zerouno,via indipendenza 27, Barletta
Periodo di Riferimento: 15 - 29 marzo
Patrocini: Fondazione Giuseppe De Nittis
Vernice: mercoledì 15 marzo - ore 18.30 - Orari:. lun- ven. 17.30 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso. Ingresso: Libero
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