Mostre, Reggio Emilia, Reggio nell'Emilia, 19 October 2013
I colori sono quelli della terra, le luci quelle confuse che vediamo dai finestrini quando siamo in viaggio, quelle che si confondono con i nostri pensieri lasciati liberi, cullati dalla velocità, sovrapposti al campo visivo mentale che cambia continuamente. E il buio è quello profondo, forte e infinito della Conversione di San Paolo di Caravaggio. Impossibile rimanere fermi, improbabile immaginare di abitare questi luoghi stranieri. Attraversarli invece sì. Con lo sguardo, la mente, con quel leggero sollievo che ti riporta a casa, con la leggerezza che caratterizza un viaggio e l’infinita sensazione di provvisorietà che ci sorprende sempre quando siamo di passaggio... L’equilibrio compositivo è il denominatore comune di tutte le opere. La scelta cromatica è potente, vivace, descrittiva e plastica. Nessun dubbio sulla traduzione della realtà, la ghiera “ideale” dell’obbiettivo è stata fatta ruotare in modo deciso. Ogni opera un click metaforico e apparentemente veloce. Un bell'intreccio di luci, notte, lamiere, silenzio, profumi, automobili e bidoni come timide bottiglie morandiane. La luce, come si comporta, come può modificare le cose e agire sul tempo, sull’idea che abbiamo di spazio condiviso e collettivo, tutto ciò è ciò che voglio raccontare... mi disse Giorgio quella sera in cui ci siamo raccontati, pronti per partire, forse senza sapere per quale preciso luogo, ma certi che poi da lì saremmo tornati.
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celeste,
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