Già Leonardo da Vinci ci aveva estasiato con i suoi lavori a sanguigna capaci di registrare, con abilità e tratto sicuro, la natura, i volti e tutto ciò che attirava la sua attenzione. Una miriade di disegni che non volevano essere studi preparatori e sono vissuti di vita propria, registrando per i posteri una collezione ineguagliabile e un catalogo del vivere dalla grande varietà e resa pittorica.
Il lavoro di Giuseppe Borrello si inserisce in questa linea estetica, generando una continuità storica
attraverso il recupero “dell'Arte del segno” dal sentire Rinascimentale e rendendo contemporanea ed attuale una tecnica tanto antica e raffinata.
Contemporanea nell'uso dello strumento; una penna biro, sia essa monocroma o policroma. Universalmente riconosciuta, nella sua versione moderna, in un oggetto dotato di una punta a sfera che rilascia graduatamene l'inchiostro, la penna permette la stesura di linee continue che il Maestro sapientemente accosta sino alla creazione di una trama sottile.
E' l'intensità stessa della trama, unita all'uso della punta metallica, a rappresentare con plasticità il soggetto attraverso il delinearsi preciso del chiaroscuro e la capacità di riportare sulla carta i differenti materiali raffigurati: siano essi stoffe, nature morte, incarnati o vedute paesaggistiche. Una figurazione che rapisce, coinvolge, racconta. Lo sguardo dell'osservatore si sofferma incantato davanti alla luce che indugia giocosa sulla liscia zuppiera dell'opera “Composizione” o si addentra curioso nelle rughe sul volto vissuto di un anziano.
Il lavoro è attuale anche nella rappresentazione dei soggetti. La profondità di analisi che si legge sui volti ne determina storicamente la collocazione nel contemporaneo. Non più il profilo senza indagine psicologia dal retaggio classico, ma ben oltre il decadimento materico dei ritratti di Francis Bacon. Quelli che vi scrutano dalla carta sono occhi di una profondità abissale, che non si sottraggono, che invitano anzi all'interazione, al disvelamento della loro storia. Che i soggetti siano figurativi o architettonici, immagini religiose o ritratti privati, l'intensità con cui comunicano riesce ad oltrepassare il limite fisico del supporto su cui si trovano, godendo di un'autonoma forza narrativa. La lucidità stessa dell'inchiostro sulla carta permette alla trama dei segni pittorici di dare origine a superfici riflettenti in grado di interagire con la luce, di strutturarsi in inaspettate trasparenze e forme capaci di suggerire nuove prospettive di lettura ai lavori esposti, anche nei i soggetti a tema religioso, sovente impreziositi dagli sfondi in foglia d'oro.
L'artista è anche uno sperimentatore. Una ricerca continua lo ha condotto ad approfondire e reinterpretare i linguaggi ed i segreti della punta metallica - tecnica lenta e complessa, che non lascia spazio ad alcun tipo ripensamento - dell'acquaforte e del pigmento ad olio. Il merito sul recupero storico ed estetico dello studio di soggetti e materiali dell'antico pittare, unito alla sapiente acquisizione della tecnica e ad una maturazione artistica, rendono unico il lavoro di Giuseppe Borrello elevandolo oggi al titolo di Maestro.
In mostra diversi lavori di pittura a biro monocromi e policromi, in differenti formati. Alcune opere
raggiungono l'importante dimensione di cm 50x70 a sottolineare l'indiscutibile abilità di lavorare anche sui medi formati, ottenendo risultati eccellenti con metodi complessi che non consentono alcun margine d'errore.
Alessia Locatelli
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