Curata da Silvia Agliotti e Alessia Locatelli, per questa prima mostra sono state scelte alcune tra le opere più significative dell’artista: nature selvagge in forma di alberi.
Una selezione di oltre venti oli su tela, opere dipinte fra gli anni settanta e ottanta insieme ad alcune recentissime.
Gli alberi di Pecoraino portano dentro simbolicamente un valore di forte presenza quasi umana. Svettano aitanti, tengono la scena con fierezza tra il passaggio delle stagioni e degli eventi che trasformano la terra, come i fuochi, gli stessi che hanno lambito le fronde della magica quercia ritratta tante volte dall’artista, divenuta immortale. I fuochi tingono di rosso la Natura. La Natura Madre dà la vita mutandola di stato e talvolta radendola al suolo. In questo caso restano le terre, che Aldo Pecoraino interiorizza come paesaggi dell’anima, anima siciliana che dalla sua terra d’origine trae tutti i colori forti, le passioni e i fuochi. Come scriveva Carlo Carrà - che di Pecoraino è stato uno dei maestri - nel libro “Segreto professionale”, a proposito del difficile mestiere del pittore “contemporaneo”: l’artista è obbligato a vivere “diverse vite” nel contesto dei mutamenti culturali che scorrono veloci. Anche Aldo Pecoraino è passato per questi trascorsi, attenendosi pur tuttavia allo stile e alla immaginazione che era stata la prima rivelazione del suo tracciato espressivo, la sua poetica nel profondo, tra le pietraie e il bosco, le piante e i declivi, le fronde sorprendenti e i nudi rami. Come è stato per la sua magica quercia immortale, resistente ad un tremendo incendio. Dalle brume terrose ai verdi, ai rossi stupefacenti, come in un cerchio continuo di nascite e rinascite.
Biografia
Aldo Pecoraino nasce il 10 dicembre del 1927 e inizia giovanissimo a disegnare e dipingere. Si diploma in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Palermo nel 1954 dove terrà la cattedra di restauro fino al 1996.
Fra gli anni ‘50 e ’60 vince numerosi premi per le arti figurative. Sono anni di intensa attività artistica ed espositiva e di sodalizio, amicizia e crescita con l’ambiente intellettuale palermitano. Primi fra tutti Enzo e Elvira Sellerio, che gli saranno sempre accanto e diverranno i suoi principali collezionisti, Leonardo Sciascia, lo scultore Giacomo Baragli, il fratello scultore Mario Pecoraino e molti altri.
E’ del 1989 un’importante antologica, allestita presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Palermo, con testi e interventi di Vincenzo Consolo, Vittorio Fagone e Maria Giuseppina Mazzola.
Dal 1993, dopo un’ultima mostra a Gibellina, “Il canto della Terra”, trascorre un periodo di isolamento dalla kermesse artistica, ma continua a dipingere e a esprimere la sua visione di Sicilia e di natura.
Nel 2010 riprendono le esposizioni, personali e collettive, l’ultima nel 2015 dove espone a Castellana Sicula presso il Club Culturale Castellanese, “La vita per la pittura, visioni madonite” a cura di Filippo Pecoraino.
Vive e lavora tra Palermo e Gibilmanna dove ritrae all’infinito la magica quercia immortale di Piana delle Fate, sopravvissuta all’epico incendio, che anni fa distrusse in parte anche la sua abitazione.
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