Mostre, Bergamo, 17 December 2016
Nel dispiegarsi della stagione dedicata all’analisi dei linguaggi legati alla scultura,accompagnato dall’esauriente testo critico di Alessia Locatelli lo studio Vanna Casati propone il lavoro di Daniele Salvalai , giovane scultore formatosi all’Accademia di Brera, dove in seguito opererà come docente. Una plasticità piena e potente la sua, in cui disegno, forma e materia si compenetrano dando luogo ad immagini in cui il dato naturalistico di partenza non è celato ma perde ogni riferimento quotidiano per divenire strumento di ricerca. Esempi ne sono la grande testuggine , il toro , il bue squartato recentemente esposto al museo Messina di Milano ed all’Accademia Tadini di Lovere con il tondino di ferro forgiato in una tessitura di linee curve a mo’ di punta di grafite a creare volumi ed il cui procedere ci riporta al segno fluido della matita sulla carta.
La dimensione delle opere, una artigianalità intesa come applicazione costante al lavoro in funzione di un risultato coerente con le premesse rendono le sculture di Salvalai un interessante documento della ricerca plastica contemporanea.
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