Un museo con vista sul mare, proprio come avrebbe immaginato Pino Pascali la sua futura dimora, in quella terra da cui ancora oggi i Pino Pascali dell’arte contemporanea sono costretti ad andare via, in una terra in cui l’arte contemporanea risulta estranea ai più, dove risulta difficile immaginare che la cultura possa essere fonte di lavoro e quindi di creatività, inclusione e crescita sociale.
A Pino Pascali, all’artista che secondo Cesare Brandi aveva il potere “di trasformare la materia nell’oro purissimo della fantasia” è dedicata la nuova sede di questo Museo, diretto da Rosalba Branà, una delle rare realtà pugliesi che si occupano di arte contemporanea.
Pino Pascali nasce a Bari da genitori di Polignano, considerato uno dei maggiori esponenti dell’Arte Povera, muore in un tragico incidente stradale a Roma a soli 33 anni. La sua carriera è intensa e brevissima. Dopo un breve soggiorno napoletano, si trasferisce a Roma dove frequenta l’Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Toti Scialoja. È un assiduo frequentatore degli artisti del Gruppo di Piazza del Popolo. Nel 1965 espone i suoi lavori, tra cui Pezzi di Donne, alla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis. Da questo momento in poi la sua creatività diventa un flusso inarrestabile, nel 1966 presenta a Torino le sue prime Armi, cannoni, carri armati e bombe, opere assemblate, che Pascali tende a ripulire da qualsiasi attributo o simbolo conferendo loro una presenza oggettuale “come una parola fatta di tante lettere così le mie armi sono fatte di tanti oggetti”.
Subito dopo presenta al Premio Spoleto nello stesso anno Due Code di Balena, mentre alla Galleria di Fabio Sargentini tiene la mostra Nuove Sculture, con testi di Calvesi e Boatto, in cui presenta Il Mare, Barca che affonda e Balene. Dopo la sua morte la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma gli dedica una prima grande retrospettiva curata da Palma Bucarelli, Soprintende storica e grande estimatrice di Pascali. Non a caso la Galleria nazionale possiede un nucleo di 27 opere dell’artista tra le più significative donate dalla famiglia, come Botole ovvero lavori in corso del 1967, Ricostruzione del Dinosauro del 1966 e L’Arco di Ulisse del 1968.
Le opere dell’Archivio e Fondo Pino Pascali troveranno una sistemazione definitiva in due sale dell’ex mattatoio con le opere, i disegni, le scenografie e la filmografia dell’artista.
Per il 1 giugno è previsto un evento La Festa dell’Arte una mostra che coinvolge artisti pugliesi curata da Roberto Lacarbonara, Antonio Frugis e Nicola Zito.
http://www.agrpress.it/w2/arte/pino-pascali-quando-il-museo-e-sul-mare-1497
Maila Marasco
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