Tempi Surmoderni è un progetto di Andrea Valsecchi, composto da tre serie fotografiche: Metamondo (2010-2011), Stay Stupid (2013-in corso) e Towers (2013-in corso). Le sue sono riflessioni intorno al tema della modernità e dei suoi strumenti. Filo conduttore è l’inarrestabile impatto del progresso tecnologico sulla società contemporanea.
Il titolo del progetto rimanda al film di Charlie Chaplin, Tempi moderni.
«Ho facebook e dunque sono»: parola d’ordine dell’era dei social network. Le torri per le telecomunicazioni diventano i nuovi totem da venerare. Towers è realizzato assemblando più fotografie, che definiscono dei paesaggi surreali al centro dei quali è sempre una torre.
In Metamondo si indaga il concetto di surmodernità elaborato da Marc Augè. Nel progetto è rappresentata l’ambiguità della società contemporanea nella quale mondo reale e mondo virtuale si confondono. Le immagini propongono paesaggi urbani moderni in cui sono inseriti elementi del mondo virtuale. L’esito è un’ambiguità disorientante.
Una riflessione sulla tecnologia, vista come bene di consumo, è in Stay stupid. Il riferimento è a una frase pronunciata da Steve Jobs.
Valsecchi invita il mondo a essere stupido. La stupidità, infatti, invoglia il consumismo. L’immagine fotografica presenta un QRcode, in cui è contenuto un antivirus per l’ambiente: non siamo in grado di tenere pulita l’aria, ma siamo in grado di creare un complesso software per tentare di farlo.
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