Mostre, Milano, 15 June 2016
Comunicato Stampa
" Coaguli di quintessenza "
Mostra personale di pittura di: Giovanna Melone Bronté
A cura di Massimiliano Bisazza
Apertura : 15 giugno 2016 dalle ore 18,30 alle ore 21,00 In mostra fino al 28 giugno 2016 mattino
Presso: Galleria d'Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) - 20121 Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato
Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




Copyright © 2015 STATUTO13, Tutti i diritti riservati.
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Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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Giovanna Melone (alias Bronté) è un'artista torinese che ha intrapreso un lungo percorso evolutivo basato sull' auto-conoscenza. Gli studi svolti e le esperienze relative alla Cabalà Ebraica, al Buddhismo, alla psico-analisi yunghiana, all'impronta sciamanica e alla natura olistica delle cose; sono stati fondamentali nella crescita creativa e nella definizione della poetica che è ampliamente trattata nella mostra milanese in Galleria STATUTO13 in Brera a Milano.

Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.

I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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Le tele dell'artista Melone Bronté sono tautologiche, in quanto rafforzano con l'ausilio dell'arte visiva quanto sopra specificato, e taumaturgiche, in quanto sono l'atto finale di un'espressione autentica e creativa che nel germoglio del pensiero era già intendibile come volontà di cambiamento, di evoluzione.
I colori rientrano in svariate cromie dove le tonalità emergono quasi sottolineando la reale disposizione d'animo di Giovanna Melone Bronté sottesa nel preciso momento della sua fase creativa.

La predominanza di quella gestualità tipica dell'espressionismo astratto - in taluni casi ispirato da quell'ermetismo tipico di grandi pittori legati in qualche modo ai concetti alchemici - ci lega fortemente al linguaggio informale segnico ( si pensi a un accostamento che guarda agli stilemi di Yves Klein per esempio) che pervade le tele dell'artista torinese e che altro non è se non l'estrinsecazione del proprio “io” più autentico e ricco di afflato.

La pittura ha sempre più valenze in base alla percezione dell'osservatore astante che entra in relazione con l'opera d'arte e che, superando il significato intrinseco che l'artista le attribuisce, ha un suo “sentire” del tutto personale; che va oltre i sensazionalismi estetici, aulici o ermeneutici ascrivibili dalla lettura altrui del manufatto artistico.




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