Graficamente e tecnicamente l’opera risulta perfetta nel suo insieme e possiamo leggere in essa alcuni riferimenti importanti: la donna, sensualmente seducente, con una cascata di monete d’oro che la ripagano dalle sue impure prestazioni; l’autoritratto sconcertato dello stesso artista nelle sembianze di una medusa, un chiaro citazionismo all’opera di Michelangelo Merisi (Caravaggio); l’uomo nudo con il capo chinato che si riflette allo specchio (il peccatore) che assomiglia ad uno dei tanti personaggi che si nascondono nel celeberrimo “Giudizio Universale” di Michelangelo Buonarroti.
In quest’opera l’artista ha superato sé stesso per darci una sua lettura della corruttibilità del genere umano, della non volontà di essere migliori. Le parole non bastano, occorrono i fatti. Il linguaggio comunicativo, fortunatamente polemico, di Giuseppe Graniello si accosta agli interessanti lavori sulla satira del loro tempo prodotti nella società da artisti come Francisco Goya e Honoré Daumier.,,
Gabriele ROMEO
Critico e Storico dell'Arte
(dal Catalogo-Rivista EXPOART #16 – Febbraio 2013 – IL CATALOGO DEGLI ARTISTI – Iª MOSTRA D’ARTE COREUTICA)
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Complimenti Giuseppe!
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