I.V.A. Il sempre discusso acronimo conosciuto come “Imposta sul valore aggiunto” veste, in questo caso, un nuovo significato: “IMPOSTA SUL VALORE ARTISTICO”.
L’artista crea un’opera d’arte e le “impone” un determinato “valore di vendita” soggettivo. La proietta sul mercato e, lì, è il mercato dell’arte, per via di articolate contingenze sistematiche socio economiche, che ridefinisce il “prezzo”, e in automatico da’ all’artista un PREZZO. Una QUOTAZIONE. Così, l’artista si ritrova a creare non solo più per piacere ma anche per acquisire un “Valore Artistico”. Valore che permetta a un’opera d’Arte di diventare L’OPERA D’ARTE, come se senza l’immancabile IMPOSTA da pagare resterebbe solo una creazione artistica (quasi fine a se stessa, e non proiettabile nel mercato dell’arte).
Da qualche decennio a questa parte tutto questo cerimoniale battesimale sembra dover passare inevitabilmente attraverso nuovi canali, che non siano solo la Galleria d’Arte con i critici, i mercanti d’Arte, e i collezionisti appassionati che investono, ma un canale più mediatico e immediato: INTERNET.
Bandi di concorso, adesioni a essi, selezioni, eventi, avvengono tutti su/per/tramite Internet. Basta avere un computer con correlato collegamento al web e la porta contemporanea verso l’Arte è aperta. L’opera è proprio questo: schede madre, grafiche, di connessione collegate tra loro sia fisicamente con dei fili, che cromaticamente; poste su una tavola neutra, che fa da sfondo a un’ipotetica fatturazione del prodotto artistico, con tanto di I.V.A., che trasforma l’opera, in oggetto estetico, che, se funzionante, permetterebbe di accedere al mondo dell’arte. (La 50 euro rappresenta la crisi di un’Arte oramai acquistata e venduta “+ I.V.A.” o “- I.V.A.”).
Un’opera qualitativamente valida con un “Valore Artistico”, che gli viene attribuito grazie ‘’all’imposta pagata’’ (ovvero tutto l’iter) raggiunge un valore canonizzato, ma al contrario, quindi a formula inversa, per certa arte si può acquistare questo valore anche se l’opera è discutibile qualitativamente (“l’imposta”). E con ciò certa Arte selezionante rende opinabile il metro di valutazione. Illudendo e privando l’artista del vero riconoscimento del TALENTO. UNICO criterio di valutazione che dovrebbe essere preso in considerazione per attribuire a un artista il giusto merito e riconoscergli, nel suo operato, il giusto “Valore Artistico” senza troppo speculare avidamente sull’“Imposta dovuta”.
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