(Oscar Wilde)
E in un anno intero, che sia bisestile o meno (questo 2013 non lo è stato; per-lo-meno non in termini di calendario, perché per il resto di grane ce ne ha rifilate in abbondanza… e non solo di tipo politico!), si possono fare mille incontri, che possono più-o-meno cambiarti la vita in maniera più-o-meno definitiva, o pressappoco. Nessuno insegna niente a nessuno. Purtroppo o per-fortuna. Quantomeno nessuno (dovrebbe) sottolinea(re) la necessità di farlo. Sono gli incontri a rivelarci come va il mondo e come agiscono le persone. E tutto accade di conseguenza. Inevitabile, prima-o-poi.
In questi ultimi giorni del 2013, in attesa di un sempre più speranzoso e prospero 2014, affronto, seriamente, il solito bilancio di fine anno. Tiro le somme di questo primo anno di Celeste. E faccio un inventario generale di quello che ho avuto ed è successo, di quello che mi è rimasto, e di quello che se ne è andato... o che ho lasciato andare.
Sono entrato in punta di piedi nella casa di Celeste, forse scettico sull'utilità dei social network nella vita quotidiana di ognuno di noi, e con un po' di remore ho iniziato ad accomodarmi nel mega salotto virtuale dei Celestini. Mi sono guardato un po’ intorno, prima di compiere qualsiasi passo. Ricordo, che ho trascorso un mese di perlustrazione prima che decidessi d’iscrivermi: volevo capire come funzionasse il “meccanismo”, e non solo perché fossi impedito tecnologicamente, a dispetto dell’età gggiovane che “dovrebbe” vedermi affine con la super tecnologia dei social!!!
Una volta iscritto… come si fa sempre nelle comitive nuove (e io in questo non sono poi tanto bravo... e ci lavoro su da anni... ma come dicono i più: mi impegno a farlo al meglio, in attesa del riscatto), ho tentato un approccio. Facendo bene attenzione a cercare di non risultare invadente e/o fuori luogo. Se lo sono stato, è dovuto a un maldestro e goffo tentativo di superare quell’attimo perenne di timidezza, ahimè.
E pian piano mi sono sciolto. Ho iniziato a dialogare con persone, prima che artisti, e con il loro modo di concepire l’arte. Ad affrontare i temi più vari e disparati, e confrontarmi con i loro (i VOSTRI) preziosi punti di vista.
Ho rivalutato, in meglio, e con mio grande stupore, il concetto di arte astratta e concettuale e contemporanea/moderna, e, insomma, tutto ciò che non fosse strettamente legato al figurativo. Di contro ho anche appurato che la razza sconosciuta che fatica a mantenersi il proprio posto saldo nell’arte, oggi come oggi, siamo diventati proprio noi che ci dilettiamo col figurativo. Se un tempo i nuovi artisti dell’astratto e del “non-figurativo” faticavano a farsi accettare, perché avevano osato intaccare la sacralità della perfezione figurativa. Oggi è il nostro figurativo a essere quasi obsoleto. Già visto. Bello, perfetto, ma inespressivo. Perché ha già detto tutto, e non ha segni nascosti da interpretare. Quindi, noioso. Oddio, punti vista! Se penso a tutto il lavoro e le elucubrazioni mentali che faccio io per costruire delle storie attraverso i miei quadri… sfiderei chiunque a dire che sono quattro figure piazzate lì senza né capo né coda. Senza eccedere in modestie e presunzioni, per carità, ma, insomma... (Ragazzi, devo pur difendermi la pagnotta, non credete!!!).
Ho vissuto sulla mia pelle (come la maggior parte di tutti voi) cosa significhi un evento d’arte, viverlo, parteciparvi, sudarne le imprese, assaporarne le gioie e le amarezze (come in una partita a scacchi con la vita: alla mossa giusta segue una possibile vittoria; con un mossa sbagliata si rischia lo scacco. Anche se non necessariamente la partita è persa).
Ho compreso la differenza tra l’investire del tempo, e del denaro, e il non sempre ricavarne un profitto… A guardarmi bene da certe offerte accettate e valutarne più attentamente delle altre troppo prematuramente rifiutate. Non so bene se ho compreso appieno il modo di discernere le opportunità dalle sole. Mi affido a un minimo di buonsenso delle persone e spero di non cascarci con tutte le scarpe.
Mi sono esposto pubblicamente, a volte anche troppo, surclassando incredibilmente la mia timidezza. E in quel caso ho sbagliato, rischiando una denuncia. Ma altrettanto pubblicamente ho fatto ammenda dei “miei peccati”. E ho evitato alla mia testa di capitolare e rotolare giù. È anche vero che ho rischiato la medesima cosa (la denuncia) anche per parole non dette, ma solo immaginate e/o presunte. Ma anche in questo me ne assumo tutte le responsabilità: fossi stato più chiaro e diretto avrei evitato di darmi la zappa sui piedi da solo. Sono incline all’imperfezione amici miei. E per farmi figo e darmi un po’ di tono, restando nel tema dell’arte, potrei asserire che non è colpa mia: mi disegnano così!
Insomma, ho trascorso, nel “tanto” bene e nel “poco” male (ma anche quel male non era davvero tale da essere irrimediabile. E comunque non tanto male da non rappresentare un’esperienza che doveva essere vissuta, indipendentemente), un anno pieno e intenso.
Ma più di tutto, ammetto che mi si è aperto tutto un mondo nuovo, che a me era sconosciuto. Gli studi accademici – quei pochi fatti, appartenenti a una più o meno costretta scuola dell’obbligo – non mi avevano insegnato il lato umano dell’arte; già perché come ho detto più su: nessuno insegna niente a nessuno. Eppure da voi ho imparato tanto. Avete contribuito, tutti, chi più e chi meno, a fortificare il mio mondo artistico. Sembra pleonastico ed eccessivo, ma questa esperienza di Celeste, con voi, Celestini, mi ha arricchito molto, e se qualche soldo se ne è andato, pazienza, è per il bene dell’economia, che deve girare e proliferare – direbbe qualcuno.
Anche il tempo investito è stato fatto con piacere. Ogni singola parola di apprezzamento ha avuto la sua valenza, al tempo, e continua ad averla, indipendentemente (per alcuni); e se è stata detta, l’ho fatto con cognizione di causa, e con cuore, e per niente costruita ad arte, per conquistarmi chissà quale benemerenza deandreiana. Anche per tutti coloro con i quali, per un motivo o per un altro, a un certo punto del nostro interessante percorso artistico, ci siamo trovati in disaccordo, portandoci a sposare filosofie di pensiero diametralmente opposte. E in alcuni casi inficiando, e io mi assumo le mie colpe, anche quel rapporto di amicizia che si stava costruendo. O perlomeno instaurando. Ma così vanno le cose. E a volte, forse, è meglio così. Non sono bravo con i rapporti che si portano avanti dei precedenti e/o dei trascorsi.
E comunque, non rinnego niente di quello che ho fatto, nel bene e nel male, come si diceva prima.
Una sola cosa mi sento di dirvi: GRAZIE.
Grazie a tutti voi amici di Celeste.
Tutti: indistintamente.
Per le parole, le esperienze, i gesti… per la vostra umanità! Ho davvero imparato molto… incontrandovi, alcuni fisicamente, altri virtualmente, altri ancora telefonicamente.
Buon anno!
E… mi auguro di trascorrere ancora tanto tanto tanto tempo insieme… magari i prossimi 100 anni.
Un abbraccio di cuore a tutti quanti. Con stima e affetto.
Erin Polla
Commenti 14
Ti auguro un felice anno nuovo a te e alla tua famiglia so che sei vicino al Signore e questo ti aiuterà moltissimo nella vita.
A presto.
Giulio
ti auguro un meraviglioso 2014!
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