Esposizione Personale: “Animaux Sauvage”.
Artista: Schili.
A Cura: Pamela Cento, Sonia Mazzoli.
Coordinator: Valentina Marin.
Staff: Eleonora Santonocito, Federica Cammilloni, Anna Di Matteo, Simona Bosco, Silvia Cicio, Alice Rigatti..
Dove: Caffè Letterario, Via Ostiense 95, Roma (Metro Piramide).
Quando: Da venerdì 17 maggio a giovedì 29 maggio 2013.
Inaugurazione: venerdì 17 maggio, dalle ore 19.00 alle 22.00.
Orari: Dal mercoledì al venerdì dalle 10.00 alle 24.00 - Martedì dalle 14.00 alle 24.00 - Sabato dalle 18.00 all 24.00 - domenica 18.00 alle 24.00.
Info: 3492847925 – www.schili.it - www.artcaffeletterario.com - www.caffeletterarioroma.it
All’interno del Circuito Off del Premio Art Caffè Letterario, l’Esposizione Personale “Animaux Sauvages” dell’artista Schili: una esposizione centrata sull’ecologia e la dimensione dell’ambiente animale.
Il grande interesse per la natura, l'ecologia, i problemi ambientali, l'affascinante influenza ricevuta da frequenti viaggi naturalistici in Africa equatoriale (Uganda, Congo, Camerun, Zambia, Tanzania etc, ) hanno portato Schili ad elaborare variegati microcosmi iconografici. Da un orizzonte costituito da idoli fantastici, totem primitivi, maschere tribali, influenzato dall'arte del Congo e del Mali, Schili è giunto a rappresentare con sempre maggiore assiduità e passione un mondo abitato da animali selvaggi, in parte con occhio naturalistico, in parte con uno sguardo simbolico- idealizzante. Infatti, la riflessione sulla condizione di oggettiva fragilità alla quale molte specie animali sono esposte conduce Schili a darne una rappresentazione solenne, ieratica e sacrale (le figure animali emergono da uno sfondo policromo quasi pseudo-bizantino) per rammentare all'umanita' la responsabilità della conservazione di tale straordinario patrimonio faunistico.
Nelle opere di Schili gli animali ci guardano con uno sguardo triste, spaurito e rassegnato e ci trasmettono la nostalgia per una condizione passata di totale libertà e un subconscio presente di paura, retaggio di secoli di caccia e bracconaggio. Dietro quello sguardo c'e' tutta una storia di emigrazione forzata e costrizione nelle riserve naturalistiche africane.
L'Africa, con le sue realtà urbanistiche degradate e le sue risorse naturali depredate da secolare sfruttamento, conserva ancora, ma chissà per quanto, un immenso ed unico patrimonio naturale e faunistico.
"La pittura di Schili è”, afferma Pierluigi Graziani, “ una pittura "metropolitana" intesa come priva degli orpelli stilistici e celebrativi presenti in tanta parte della pittura comtemporanea "colta" e/o di "maniera". Una pittura forte per intuizione, segno e rigore, che si manifesta per immagini di piccoli "microcosmi". Microcosmi sono infatti sia quelli presenti nelle opere del periodo iniziale (1997 - 1998), legati ad un immaginifico mondo di "Kats", così simili eppure così alternativi nella sostanza al "radiant boy" di Keith Haring, (autore che insieme a tutti gli artisti del graffitismo e della cosiddetta "arte di frontiera", ha affascinato e influenzato l'arte di Schili), che quelli del periodo successivo aventi come riferimento l'arte povera del Sud America, con il suo universo di maschere, uccelli fantastici, animali multicolori.......Dal 2008 nuovi iconografie suscitano la curiosità di Schili; l'interesse e l'attenzione che rivolge alla natura, all'ecologia e a problemi ambientali, lo portano a catturare e a trasferire sulla tela, sotto forma di visionari ed immaginari graffiti, immagini di idoli fastastici, di totem primitivi, di maschere tribali. Scriveva Francesca Alinovi che "i graffiti" o certo genere di graffiti, provengono dalla elaborazione di una forma di cultura superiore, o patafisica, o fantascientifica, o surreale. Così Schili, dopo aver navigato attraverso i miti e le icone della contemporaneità, abbandona questi miti e queste icone, alla ricerca di una nuova stesura artistico culturale, di una dimensione onirica della tribalità della pittura come scoperta-rivalutazione degli stilemi primitivi ed incontaminati dell'arte, quasi una sorta di "revenge" di un'arte che sembra non contare e che si potrebbe definire "no logo and no profit". Stilisticamente, la pittura di Schili si muove attraverso immagini di calligrafia scorrevole, che parte dall'idolo o dal totem o dalla maschera tribale, per arrivare ad una gestualità fluida e veloce, riportata sulla tela attraverso composizioni e scomposizioni che tra loro si incrociano, si intersecano, si confondono. In definitiva una mostra interessante e stimolante, al tempo stesso didascalica e comunicativa, dove tra i continui rimandi estetici, dal graffitismo all'art brut, e ancora molti altri, il "nomadismo" pittorico ed intellettuale di Schili trova completa interpretazione” (Pierluigi Graziani, 2010).
UFFICIO STAMPA
Info: 3278118016 - cammilloni.f@gmail.com
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