Skyline dei Papi di Marcello Leotta
Mostre, Roma, 09 March 2013
SKYLINE DEI PAPI
di Marcello Leotta.
Inaugurazione sabato 9 marzo 2013 ore 18:30.
Il prossimo 9 marzo sarà la volta della mostra fotografica Skyline dei papi del fotografo Marcello Leotta.
“Osservando la presentazione fotografica di Marcello Leotta si ha immediatamente l’impressione che una città conosciuta e riprodotta in tanti modi come Roma non finisca mai di meravigliarci con le sue infinite varianti e riesca sempre a suscitare un profondo sguardo di ammirazione per le sue ineguagliabili bellezze.
L’autore di questa ennesima, imprevedibile, serie di visioni di Roma ha cercato con la meticolosità che gli è propria le sue immagini , studiandone preventivamente con cura il punto di vista, scegliendo attentamente l’altezza ‘a volo radente’ e ottenendo una versione tutta personale di una città da lui abitata e amata immensamente.
Marcello è riuscito nell’intento di restituirci uno specchio inedito di Roma, una serie di panoramiche che innalzano il livello del nostro sguardo, consentendo di dimenticarci, per un momento, di quello che in basso, e più vicino a noi, si agita troppo freneticamente”. Tiziana D’Acchille

Marcello Leotta nasce a Roma nel 1955. La passione per la fotografia si manifesta alla fine degli anni ’70. L’esperienza presso l’Istituto Superiore Conservazione e Restauro di Roma (ex ICR), iniziata nel ’77, l’ha spinto verso lo studio e l’approfondimento delle tecniche fotografiche e delle tecnologie connesse. A metà degli anni ’80 si trasferisce in Brasile, lavorando per due anni a contatto con realtà profondamente diverse, sempre nel settore della comunicazione visiva. Con la maturazione professionale dedica larga parte della sua attività alla formazione e alla didattica della fotografia, con esperienze pluriennali nelle Accademie di Belle Arti di Macerata e Roma, nonché in lezioni tenute presso istituzioni (FAO – ISCR) e in workshop privati. L’esperienza espositiva vera e propria si concretizza con la mostra – Skyline dei Papi – e rafforza nell’autore la consapevolezza della fotografia come “incubatore” di idee e progetti inconsueti e non un’attività fine a sé stessa o meramente aggiuntiva.

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