di AGNESE BO VIGNOLI
dal 5 al 12 Aprile 2013
inaugurazione venerdì 5 aprile ore 18:30
con interventi della ballerina Ilaria Millox e lettura di poesie di Mara Veneziano
I dipinti di Agnese Bo Vignoli, Artista romana protagonista della sua personale alla Ecos Gallery di Via Giulia, hanno in comune fra di loro una anomalia: una freschezza figurativa tecnicamente disarmata e tematicamente disarmante.
Nelle figure della Bo Vignoli, pittrice simultaneamente capace ed ‘acerba’, esiste una forza descrittiva, una tensione esistenziale che travalica o elude il limite della figurazione accademica fatta di regole prospettiche e replicative della realtà. La cifra stilistica è sensibilmente moderna, femminile, forse neodecadente.
Quasi naïf Bo Vignoli crea nei suoi dipinti delle occasioni di incontro fra una sua peculiarissima visione delle cose e
colui/lei che contempla: occasioni nelle quali non vi sono armi di concetto, stratagemmi o trovate
artistico-modaiole.
Le sue opere sono disarmanti perché in esse non vi sono conflitto e spettatore, provocazione e vittima osservatrice: sono immagini-frammenti d’un insieme che avvolge l’Artista stesso come una pelle traslucida e cangiante, lasciando chi contempla totalmente libero di penetrarvici, esserne co-involto o, magari, anche, di non avere alcuna reazione.
L’anomalia è proprio questa: Bo Vignoli possiede la capacità di tessere una ‘tela ottica’, fresca ed entropica, tracciando la trama di una storia inedita ma al contempo stranamente ‘familiare’ sia per l’Artista che per chiunque sia capace diriconoscerla vedendola per la prima volta.
Il ‘già visto’ ha qui un metavalore: Bo Vignoli tocca corde che risuonano fortemente, almeno per chi scrive, nella vasta cassa armonica dell’Arte.
Guardando i suoi lavori sento lievi sapori di Lempicka sia nei campi di colore che fra le pieghe dei panneggi e degli incarnati: come quando entrando nell’ascensore d’uno storico ed elegante albergo, il sentore di legno e cuoio è velato dalla traccia evanescente d’un profumo di donna, d’una gran donna.
Claudio Assandri
Febbraio 2013
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